Quali sono i nomi ancora in corsa per il Quirinale

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-01-27

La svolta sembra essere vicina. Venerdì si potrebbe arrivare alla quadratura del cerchio

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Il tempo dei nomi a caso scritti su quei bigliettini bianchi e inseriti nell’urna di Montecitorio è agli sgoccioli. Tra oggi e domani, infatti, i partiti dovrebbero trovare la quadratura del cerchio per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Dopo le tante personalità date in pasto alla stampa e all’opinione pubblica (bruciandoli), le trattative tra i partiti si sono fatte più incessanti e concrete. I vari leader si sono e si stanno confrontando su una rosa di nomi per il Quirinale molto più ristretta rispetto a quella dei giorni scorsi e in ballo sembrano essere rimasti sei personalità, più un’incognita che continua ad aleggiare per i corridoi della Camera.

Nomi per il Quirinale, il cerchio si stringe attorno a sei figure

Il no a Maria Elisabetta Alberti Casellati – ancora non è chiaro se sia stata una strategia a perdere avanzata da Matteo Salvini per gettare fumo negli occhi in questa fase di stallo – è stato quasi univoco. Ed ecco riemergere alcuni nomi per il Quirinale già trapelati nel recente passato, prima di essere messi in un cassetto in attesa di occasioni migliori. E quel tempo sembra essere arrivato. La melina sembra, dunque, essersi esaurita e la rosa sbocciata.

Mario Draghi, che attualmente ricopre il ruolo di Presidente del Consiglio, resta sempre sullo sfondo: MoVimento 5 Stelle e Lega (nelle loro dichiarazioni ufficiali) lo vogliono ancora a Palazzo Chigi fino al prossimo anno, quando finirà l’attuale legislatura. Nessun veto, invece, da parte del Partito Democratico. Ma non sembra essere questo il nome sostenuto da Enrico Letta. Come riporta il quotidiano La Stampa, infatti, il Pd avrebbe virato con decisione sul nome di Pier Ferdinando Casini. Una personalità che potrebbe ottenere il voto favorevole da parte di Forza Italia, di LeU, di Italia Viva (il suo nome venne fatto, diverse settimane fa, proprio da Matteo Renzi). Ancora in bilico l’eventuale – ma fondamentale per l’elezione – consenso da parte di Lega e MoVimento 5 Stelle. Ma le prossime corrispondenze di amorosi sensi tra i leader dei partiti potrebbe portare a una svolta in quella direzione. Forse non oggi, ma domani.

Tra i sei nomi per il Quirinale tornano a crescere le quotazioni di Giuliano Amato. L’ex Presidente del Consiglio, da sabato, prenderà in mano la Corte Costituzionale. Ma il suo passaggio potrebbe essere interrotto proprio dall’accordo tra i partiti: secondo La Repubblica, infatti, questo nome convincerebbe tutti i Grandi elettori del centrosinistra (anche allargato a parte del MoVimento 5 Stelle) e quelli di Forza Italia. Ma anche Matteo Salvini potrebbe decidere di convergere proprio sulla figura di Amato. Poi, tornando in casa Carroccio, c’è anche Sabino Cassese: ieri Il Foglio ha parlato di un incontro tra il leader della Lega e l’ex giudice della Consulta. Poi sono piovute smentite, ma alcuni ambienti confermano il contatto. E il nome di Cassese potrebbe essere votato da tutto il centrodestra e dal centrosinistra. Mentre per quel che riguarda il MoVimento 5 Stelle sembrano esserci ancora dubbi.

Le donne e l’eterno ritorno

Poi ci sono due donne. La prima è Marta Cartabia: la Ministra della Giustizia sembra essere apprezzata da quasi tutti i partiti, nonostante alcune frizioni interne con i pentastellati per l’ultima riforma. Ma prima di rimuovere una pedina fondamentale per il governo Draghi, come spiega il Corriere della Sera, si cercheranno altre soluzioni. Una di queste, per completare la rosa dei nomi per il Quirinale, potrebbe essere Elisabetta Belloni. La direttrice del DIS (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) potrebbe ottenere un consenso unanime.

Il tutto mentre da oggi il quorum scenderà a 505 Grandi elettori, ovvero la maggioranza assoluta. E sullo sfondo, come evidenziato dai risultati dei primi scrutini (in particolare il secondo e il terzo) resta il nome di Sergio Mattarella. Tutti i partiti, o quasi, non disdegnerebbero una sua permanenza al Quirinale (forse non per un settennato, ma per almeno un anno di transizione, in attesa delle elezioni Politiche). Ma forse questo non è nei piani del Presidente uscente.

(foto IPP / Vincenzo Bruni)

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