Opinioni
«Noi rinunciamo alla mascherina. Fallo anche tu»
di Mario Neri
Pubblicato il 2020-08-24
In questo video che circola da ieri su Twitter possiamo ammirare cinque prestigiosi candidati al Darwin Award mentre esclamano in coro “Noi rinunciamo alla mascherina” e poi buttano i dispositivi di protezione individuale in un falò improvvisato. Poi, uno per volta, consigliano all’avventore di seguire l’esempio: “Fallo anche tu”. Avete presente la teoria sull’evoluzione della […]
In questo video che circola da ieri su Twitter possiamo ammirare cinque prestigiosi candidati al Darwin Award mentre esclamano in coro “Noi rinunciamo alla mascherina” e poi buttano i dispositivi di protezione individuale in un falò improvvisato. Poi, uno per volta, consigliano all’avventore di seguire l’esempio: “Fallo anche tu”.
Avete presente la teoria sull’evoluzione della specie umana? Ecco, era una stronzata.
Confidiamo, tuttavia, che si tratti di 5 pensioni in meno da pagare. pic.twitter.com/B24Yb2rEVh
— Abolizione del suffragio universale (@AUniversale) August 23, 2020
Gli anziani sono la categoria che in questi mesi di epidemia è stata più falcidiata dal Coronavirus Sars-CoV-2 e da COVID-19. Nei dati pubblicati nel maggio scorso l’Istat ha spiegato che l’eccesso di mortalità più consistente si riscontra per gli uomini di 70-79 anni, i decessi cumulati dal primo gennaio al trentuno marzo 2020 aumentano di circa 50 punti percentuali rispetto allo stesso periodo della media 2015-2019; segue la classe di età 80-89 (+ 44%). L’incremento della mortalità nelle donne è invece più contenuto per tutte le classi di età; raggiunge alla fine di marzo il 20% in più della media degli anni 2015-2019, tanto per la classe di età 70-79 che per la 90 e più.
Nell’ambito delle province definite ad alta diffusione, e considerando i decessi avvenuti in un’età superiore o uguale ai 50 anni, se si confrontano gli andamenti giornalieri dei decessi Covid-19 rispetto all’eccesso stimato, essi spiegano in media il 61,5 % dell’eccesso di mortalità negli uomini e il 42% nelle donne, con una proporzione che per i primi aumenta nel periodo di osservazione, mentre scende lievemente per le donne.
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