Noemi Carrozza: morire di buche a Roma

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-06-19

La campionessa di nuoto sincronizzato è morta venerdì scorso sulla Colombo. Secondo l’autopsia la causa non è stato un malore. Per i testimoni lo scooter su cui viaggiava non è stato speronato da un altro veicolo. Resta solo un’altra possibile causa, purtroppo molto comune a Roma: le buche

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Non è stato un malore ad uccidere Noemi Carozza, la ventunenne campionessa del nuoto sincronizzato azzurro morta venerdì scorso mentre a bordo del suo scooter percorreva via Cristoforo Colombo a Roma. I testimoni dell’incidente hanno raccontato di non aver visto alcuna collisione. Insomma Noemi non sarebbe morta né per un malore improvviso né a causa di uno speronamento da parte di un altro veicolo. Resta da chiarire cosa abbia potuto far perdere il controllo del mezzo alla ragazza. L’ipotesi per il momento è una sola: le cattive condizioni del manto stradale su quel tratto.

Le buche che hanno ucciso Noemi, Luca e Elena

In poche parole le buche ma anche le radici degli alberi che rendono quel tratto di strada estremamente pericoloso. Non ha dubbi Silvia, la madre di Noemi, che oggi al Messaggero ha dichiarto che la figlia «È morta per colpa delle radici». La dinamica esatta deve essere ancora accertata dagli inquirenti ma la madre della ragazza è convinta che non possano esserci altre cause: «Un paio di testimoni l’hanno vista sbandare dopo aver preso le radici della Colombo – ha raccontato – Ha perso il controllo della moto ed è finita contro l’albero. Andava piano mi hanno detto che non superava i 60 km/h. Nel dicembre 2016, sempre sulla Colombo e probabilmente a causa delle radici degli alberi che hanno deformato la carreggiata, aveva perso la vita (sotto gli occhi del padre) un altro motociclista, il 17enne Luca Miozzi. Proprio sulla Colombo lo scorso anno il Comune di Roma aveva avuto la pensata di abbassare il limite di velocità a 30km/h con la dicitura “strada dissestata” per evitare di tappare le buche.

noemi carrozza buche roma scooter omicidio stradale - 1È simile la dinamica di un altro tragico incidente, quello in cui ha perso la vita la 27enne Elena Aubry. Era il 6 maggio scorso e mentre Elena percorreva via Ostiense in sella alla sua moto quando a quanto pare a causa di buche e radici ha perso il controllo della sua moto ed è morta. Per i Vigili di Roma Capitale però in quel tratto l’asfalto non presenta particolari problemi. La madre di Elena, Graziella Viviano, ha iniziato a combattere una battaglia contro le maledette buche di Roma (raccogliendo anche testimonianze di altri motociclisti vittime delle buche) affinché incidenti come quello che ha visto coinvolta la figlia non abbiano più a ripetersi.

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Sia nel caso di Elena che in quello di Noemi sono ancora in corso gli accertamenti, ma che le buche di Roma siano pericolose e mortali sono in molti a dirlo. A marzo l’assessora Margherita Gatta prometteva un piano di intervento straordinario che avrebbe consentito il ritorno alla normalità entro due mesi. Di mesi ne sono passati tre e la situazione non è migliorata in maniera sensibile.

Quelli che per colpa delle buche finiscono al pronto soccorso 

Non tutte le vittime sono giovani, anche se purtroppo molti sono i ventenni “traditi” dalle buche. Francesco Caporale aveva 53 quando nel dicembre 2016 è morto in sella alla sua moto lungo la Salaria, anche nel suo caso si è subito data la colpa alle buche. Fortunatamente non tutti gli incidenti sono mortali. Ma questo non significa che tutti se la cavino con qualche graffio. Ad inizio giugno un motociclista ha postato sulla pagina di Virginia Raggi un “caro saluto” dall’ospedale dopo un incontro ravvicinato con una buca; risultato: quattro costole rotte, versamento al fegato ed un polmone schiacciato. Ma almeno è vivo. Orribili invece i commenti dei piccolifan del MoVimento 5 Stelle che difendono la sindaca dando la colpa alle amministrazioni precedenti e allo stesso motociclista.

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Sulla vicenda della morte di Noemi è intervenuto anche l’avvocato Piergiorgio Assumma, Presidente Onvos – Osservatorio Nazionale per la tutela delle Vittime di Omicidio Stradale. Secondo Assumma «Se fosse confermato il dato secondo il quale il cattivo stato del manto stradale della Capitale sarebbe responsabile di almeno 50 vittime dall’inizio dell’anno, ciò rappresenterebbe, in diritto penale, una ipotesi di colpa grave». Dal momento che le ultime statistiche ufficiali risalgono al 2016 non è chiaro da dove abbia preso i dati Onvos, a marzo il Tempo riportava che al Corpo della Polizia locale risultavano 27 decessi per incidenti nel 2018. A quella cifra però vanno sommati i dati raccolti anche dalle altre forze dell’ordine. Qualche anno fa il Codacons aveva calcolato che il 16% degli incidenti stradali a Roma avviene a causa delle buche e che quando la vittima è un motociclista o uno scooterista nel 95% dei casi è costretto a ricorrere a cure mediche.

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