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Nicola Franzoni, arrestato il leader no vax per l’assalto alla sede della Cgil
neXtQuotidiano 22/04/2022
Tra i cinque nuovi arresti per l’assalto alla sede della Cgil dello scorso 9 ottobre c’è anche Nicola Franzoni, leader no vax vicino ad ambienti di estrema destra, oltre ad altri esponenti di Forza Nuova
Cinque nuove misure eseguite dalla polizia per l’assalto alla Cgil avvenuto a margine della manifestazione di Piazza del Popolo del 9 ottobre scorso. In particolare la Digos sta eseguendo un’ordinanza del gip di Roma, su richiesta della procura, che ha disposto misure cautelari personali nei confronti di cinque persone gravemente indiziate di aver preso parte a vario titolo alle violenze. Tra loro c’è anche Nicola Franzoni, noto per l’appartenenza a movimenti orbitanti nella galassia dei No vax e nell’area dell’estrema destra. Un obbligo di dimora e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria dal lunedì al sabato dalle 16 alle 17 per Claudio Toglia, vicino al movimento di estrema destra Forza Nuova e appartenente al gruppo ultras juventino ‘Antichi valori’ e un obbligo di dimora per Alessandro Brugnoli, militante di Forza Nuova. Riferimenti politici che dovrebbero far fischiare le orecchie a leader nazionali che si interrogavano sulla “matrice” dell’attacco. Gli altri due obblighi di dimora riguardano Mirko Passerini ed Emiliano Esperto. Tutti gli obblighi di dimora prevedono il divieto di allontanamento dall’abitazione dalle ore 17 alle 22. Le misure si aggiungono alle 25 già precedentemente eseguite nell’ambito della stessa indagine.
Nicola Franzoni, arrestato il leader no vax per l’assalto alla sede della Cgil
Le indagini condotte dalla Digos, con il supporto della Polizia Scientifica, coordinate dalla procura di Roma, hanno permesso, attraverso la visione dei filmati raccolti in diversi ambiti, di cristallizzare inconfutabili indizi di colpevolezza per i reati di devastazione e saccheggio aggravato; violenza e resistenza a pubblico ufficiale aggravata, e nei confronti di Franzoni, destinatario della misura cautelare in carcere, anche di istigazione a disobbedire alle leggi e violazione della misura di prevenzione del divieto di ritorno nel Comune di Roma. L’uomo era già stato accusato di vilipendio e apologia di fascismo nel giugno del 2020. A gennaio 2021 fu fermato con felpe e striscioni contro Mario Draghi. Pochi giorni dopo, commentando la notizia della morte di David Sassoli, aveva detto in un video pubblicato poi su Telegram: “Dio vede e provvede, una testa di c…. in meno”. Dall’app attaccava anche ebrei e case farmaceutiche. Durante il governo Conte aveva ottenuto un foglio di via dalla Capitale per due anni a causa di una manifestazione non autorizzata.