Economia
Come arrivano i fondi europei di Next Generation Eu
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-06-06
L’Osservatorio sui conti pubblici della Cattolica guidato da Carlo Cottarelli in uno studio di Giampaolo Galli svela una inedita contabilità. «L’Italia — spiega il rapporto — risulta assegnataria di 153 miliardi (il 20,4 per cento del totale) di 88,4 miliardi di trasferimenti, 51 miliardi di prestiti e 13,6 miliardi di garanzie»
Il Recovery fund, il cui nome ufficiale è Next Generation Eu, è stato presentato dalla Commissione il 28 maggio scorso, e prevede 750 miliardi di euro, tra contributi a fondo perduto, prestiti e garanzie. Repubblica spiega oggi come arrivano i fondi europei e quanto bisognerà aspettare per la quota (155 miliardi tra prestiti e contributi a fondo perduto) destinata all’Italia:
Certo di quei soldi ce ne sarà bisogna perché l’economia, come ha testimoniato ieri di nuovo Bankitalia, precipita: quest’anno il Pil, se ci fosse in autunno una nuova ondata epidemica, scenderà del 13 per cento, altrimenti staremo a — 9. La prima delusione riguarda l’entità delle risorse destinate all’Italia, fino ad oggi valutate a 172 miliardi. Ebbene l’Osservatorio sui conti pubblici della Cattolica guidato da Carlo Cottarelli in uno studio di Giampaolo Galli svela una inedita contabilità. «L’Italia — spiega il rapporto — risulta assegnataria di 153 miliardi (il 20,4 per cento del totale) di 88,4 miliardi di trasferimenti, 51 miliardi di prestiti e 13,6 miliardi di garanzie».
Una cifra, si prosegue, che «diverge» da quella diffusa nei giorni scorsi e utilizzata dal governo italiano. Il motivo? L’Osservatorio della Cattolica fa un’ipotesi: forse nella cifra di 172 miliardi sono stati compresi anche i 69 miliardi di risorse stanziate per rifinanziare i vecchi programmi già esistenti e pari a 69 miliardi. Si salirebbe così ad una cifra complessiva di 819 miliardi e il 20 per cento non sarebbe distante dalla cifra che circola.
Quello che è certo che nella tabella a pagina 51 della proposta della Commissione del 28 maggio che distribuisce le risorse pari a 750 miliardi, Paese per Paese, a noi vengono cifrati 153 miliardi. Come 149,3 alla Spagna o 51,8 alla Germania. Se questa «divergenza» sulla cifra complessiva attribuita all’Italia può essere figlia di un eccesso di entusiasmo, anche l’entità delle risorse disponibili per quest’anno è stata soggetta ad un po’ troppo ottimismo. Ad una lettura più attenta dei dossier che circolano ai piani alti del governo, la somma viene drasticamente ridimensionata. Secondo fonti qualificate non sarebbero più di 2 miliardi le risorse utilizzabili cash per quest’anno. Si tratta di quelle di due nuovi fondi, piuttosto importanti: il primo è il Solvency Support Instrument (che complessivamente per l’intera Europa vale 31 miliardi)e che è destinato alla ricapitalizzazione delle imprese con garanzie della Bei e può complessivamente attivare 300 miliardi; il secondo è il React, con 55 miliardi le cui risorse possono essere spese per sanità, piccole imprese, turismo e cultura.