Se nel 2018 le assunzioni diventano più costose

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-09-02

A partire da gennaio, al ritmo medio di 120 mila lavoratori al mese, il cedolino di alcuni dipendenti peserà un terzo in più. In gennaio “quelli del 2015” saranno 80 mila, tante quante furono le assunzioni agevolate in quel mese

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Nel 2018 assumere costerà di più. In quell’anno si chiudono gli sgravi contributivi totali voluti dal governo Renzi per accompagnare il Jobs Act e quindi un milione e mezzo di contratti diventerà più oneroso per le aziende. Vista la ripresa e i numeri positivi del PIL non ci si aspettano licenziamenti di massa ma potrebbe esserci un effetto tappo verso le nuove assunzioni.

Se nel 2018 le assunzioni diventano più costose

Repubblica oggi ricorda i numeri degli sgravi e il peso diversificato sull’economia: l’80% di nuovi contratti oggi è a tempo determinato e per questo Palazzo Chigi lavora a nuovi incentivi da inserire nella legge di bilancio l’anno prossimo. Sgravi totali e non al 50% come auspica Confindustria: i lavoratori in questione — 1 milione e 443 mila, dati Inps, per il 60% uomini — non solo sono stati benedetti da uno sconto totale dei contributi fino a 8.060 euro all’anno. Ma sono entrati in azienda senza l’ingombrante (per gli imprenditori) ombrello dell’articolo 18, abolito dal Jobs Act nel 2014, che per oltre quarant’anni ha protetto con il reintegro i licenziamenti illegittimi. E dunque per un’azienda che tra quattro mesi rinunciasse a qualche lavoratore assunto nel 2015, anche senza giusta causa, basterebbe pagare un indennizzo pari a sei mesi (due mesi per anno).

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Assunzioni nel 2015 con lo sgravo contributivo triennale totale (La Repubblica, 2 settembre 2017)

L’impennata del 2015 altrimenti rischia di rimanere un ricordo anche se nel frattempo l’euro forte non creerà troppi problemi alle esportazioni.

Un terzo in più di costi nello stipendio

Nella stragrande maggioranza dei casi, racconta ancora Repubblica, “l’effetto della fine degli incentivi costringerà piuttosto gli imprenditori a fare i conti con una voce di costo in crescita. A partire da gennaio, al ritmo medio di 120 mila lavoratori al mese, il cedolino di alcuni dipendenti peserà un terzo in più. In gennaio “quelli del 2015” saranno 80 mila, tante quante furono le assunzioni agevolate in quel mese. In dicembre ben 273 mila, al top dell’anno, allorquando si registrò la corsa delle imprese a prendere lo sgravio al 100%, sapendo che il governo l’aveva dimezzato per il 2016. Oltre il 70% di questi lavoratori è over 30. Un quarto over 40 e un quinto over 50. A conferma che gli incentivi non hanno premiato i giovanissimi”.

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Gli sgravi contributivi per le aziende (la Repubblica, 2 settembre 2018)

 
Il problema si porrà soprattutto al Nord Ovest e al Sud — Lombardia, Lazio e Campania su tutti — laddove il bonus fu adottato con entusiasmo. In ogni caso, un nodo per le aziende. E anche per chi nel governo deve impostare il capitolo più importante della manovra: i giovani.

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