Neanche la Spagna è un paese per noeuro

di Guido Iodice

Pubblicato il 2015-03-20

A partire da dicembre, la corsa di Podemos in Spagna è rallentata vistosamente. Tale rallentamento coincide con l’ascesa di un nuovo partito, Ciudadanos (cittadini), una sorta di Podemos liberale e marcatamente filo-europeista. In Spagna come in Grecia, insomma, si dimostra vero quanto chi scrive si permise di dire nel novembre del 2013 ad una conferenza del …

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A partire da dicembre, la corsa di Podemos in Spagna è rallentata vistosamente.
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Tale rallentamento coincide con l’ascesa di un nuovo partito, Ciudadanos (cittadini), una sorta di Podemos liberale e marcatamente filo-europeista.
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In Spagna come in Grecia, insomma, si dimostra vero quanto chi scrive si permise di dire nel novembre del 2013 ad una conferenza del M5S: le tesi noeuro ed euroscettiche in generale non hanno futuro di governo. E non solo esse, ma anche quelle dei partiti che mantengono una pur minima ambiguità sul loro impegno a rimanere nell’eurozona.
La vittoria di Syriza è stata il frutto di due anni e mezzo in cui Tsipras ha lavorato pancia a terra per eliminare ogni dubbio nell’elettorato circa l’impegno del partito a tenere la Grecia nella zona euro.
Sulle tesi euroscettiche si può costruire un vasto partito di opposizione. Ma quando si arriva al dunque, quando i cittadini devono scegliere chi governa, gli euroscettici rimangono indietro.
Si può anche dire che gli elettori sono stupidi schiavi intellettuali delle tesi “euriste” (chi scrive non lo crede, però è legittimo pensarlo) ma questo è il dato di realtà.

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