Il commento di Natalia Aspesi sul caso Greta Beccaglia (che sembra scritto da Vittorio Feltri)

di Enzo Boldi

Pubblicato il 2021-12-01

La scrittrice e giornalista ha pubblicato un suo editoriale su La Repubblica: un pensiero che è un mix tra il pressapochismo e il benaltrismo

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Premessa doverosa: nel suo commento pubblicato oggi sulle pagine del quotidiano La Repubblica, Natalia Aspesi esprime solidarietà e vicinanza a Greta Beccaglia. Detto ciò, il mondo in cui lo fa è un misto tra il pressapochismo e il benaltrismo. Un pensiero ricco di riferimenti a fatti (anche di cronaca) che non c’entrano nulla, ma vengono utilizzati per criticare l’indignazione popolare (praticamente totale) per quanto accaduto all’inviata di Toscana TV nel tardo pomeriggio di sabato, al termine del match tra Empoli e Fiorentina disputato allo Stadio “Castellani”.

Natalia Aspesi e l’editoriale (come fosse Feltri) sul caso Greta Beccaglia

Il commento inizia con un ricordo delle centinaia di morti bianche in Italia. Una tragedia che, spesso e volentieri, viene raccontata – a cadenza quasi giornaliera – da quasi tutti i quotidiani e gli organi di informazione. Per Natalia Aspesi, però, se ne parla troppo poco. Ed è qui che inizia il suo primo parallelo benaltrista con la “pacca sul sedere” subita in diretta televisiva da Greta Beccaglia e l’analisi sui livelli di indignazione che, secondo la scrittrice, sono sbagliati. Ma questo è solo l’incipit, perché poi c’è il tentativo di descrivere una scena che – purtroppo – è stata smentita dalle immagini.

“Ho voluto rivedere più volte gli attimi, meno di un secondo, delle immagini incriminate e ho visto: una ragazza carina con microfono, jeans e giubbino, raccontare la fine della partita Empoli-Fiorentina all’uscita, un gruppo di tifosi maschi come sempre eccitati correre via, e il più arrabbiato, immagino io, per la sconfitta della sua squadra ha sfiorato con la mano sinistra la natica destra della giovane cronista che, sorpresa per un secondo, da brava professionista ha continuato il suo lavoro”.

Ma, come si è visto nel video che ha fatto il giro del mondo, non è stato uno “sfioramento” con la mano sinistra: il tifoso – individuato, denunciato e che ha già ricevuto un Daspo di tre anni – ha avuto la “freddezza” anche di sputarsi sulla mano prima di assestare un colpo, a palmo aperto, sul fondoschiena dell’inviata di Toscana Tv. Ed è qui la prima inesattezza pressapochista scritta da Natalia Aspesi.

I jeans e il fondoschiena non occultato

La scrittrice prosegue con il secondo paragone benaltrista, dicendo di non aver percepito la stessa indignazione pubblica per i giornalisti uccisi sul lavoro. Certo, una tragedia anche quella. Ma questo non vuol dire che non ci si possa inalberare per il trattamento e l’attenzione mediatica su quanto accaduto fuori dal “Castellani” di Empoli. Poi, ecco arrivare un inciso che sembra essere fuoriuscito dalla penna di Vittorio Feltri (che ieri, ovviamente, non ha fatto mancare il suo lucidissimo pensiero sulla vicenda):

“Ho letto e sentito i soliti sfregi all’italiano, per esempio definire schiaffo (che si riferisce solo al volto) la manata sul sedere, chiamare “parti intime” le natiche valorizzate dai jeans quindi non particolarmente occultate, definire ‘palpeggiamento’ un tocco veloce e paragonarlo a un ’crimine’”.

E, purtroppo per Natalia Aspesi, il palpeggiamento delle natiche – che sì, rientrano nelle cosiddette “parti intime” – è un reato previsto dalla legislazione italiana a dalle sentenze della Cassazione. Anche se occultati (o no, perché evidentemente per la scrittrice un jeans non occulta nulla) da un abito.

(FOTO IPP/KATHE)

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