Nadia Toffa e il pericolosissimo esperimento segreto sul Gran Sasso

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-11-23

Quello delle Iene sugli esperimenti SOX e Borexino dei laboratori del Gran Sasso è un pericoloso servizio che alimenta paure senza fare informazione e tenendo nascosta la verità, direbbero le Iene

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Nadia Toffa si è fatta un buon nome presso alcuni divulgatori scientifici grazie ai suoi servizi su Gabriella Mereu. Ma questo non significa che la Toffa non abbia scheletri nell’armadio quando si parla di divulgazione scientifica. L’ultimo è di qualche giorno fa e riguarda un servizio delle Iene su un pericoloso esperimento nucleare tenuto segreto che verrà realizzato nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso. La Toffa lo dice senza mezzi termini (e lo ripete più volte), al Gran Sasso c’è il rischio di una nuova Fukushima. Poco importa che in Giappone ci sia stato un terremoto di magnitudo 9.0 con conseguente maremoto e che quella di Fukushima sia una centrale nucleare.

Nadia Toffa, i Laboratori Nazionali del Gran Sasso e lo spettro di Fukushima

Le Iene del resto non brillano per la qualità dell’informazione (scientifica o meno) il loro è principalmente intrattenimento travestito da “inchiesta giornalistica”. Ma cosa sta per succedere di così terribile al Gran Sasso? Innanzitutto c’è un primo errore nella ricostruzione della Toffa perché l’esperimento non è né segreto né è tenuto nascosto. Il nome dell’esperimento è SOX, acronimo che sta per Short distance neutrino Oscillations with boreXino. Una descrizione dell’esperimento nascosto è presente sul sito dell’INFN. La Toffa inoltre mostra alcuni documenti dell’Istituto Superiore di Sanità che denunciano la pericolosità e la mancanza di lavori di adeguamento della “Sala B” dei laboratori del Gran Sasso, Borexino e SOX però si svolgono nella Sala C.
Iene Nadia Toffa Gran Sasso Sox Borexino - 1
A suscitare l’attenzione della Toffa e delle Iene è soprattutto il fatto che l’esperimento L’elemento al centro dello “scandalo” è il Cerio-144, un isotopo radioattivo e pericoloso per la salute. Nel nostro Paese il giochino è sempre quello: basta nominare la parola nucleare per evocare sospetti e pericoli. Ma si tende a farlo ignorando, ad esempio, che negli ospedali – all’interno delle nostre città – vengono usate sostanze radioattive per effettuare esami diagnostici e terapie mediche. Ed è legittimo che la popolazione del Gran Sasso abbia delle preoccupazioni e possa essere spaventata, ma non è con un servizio del genere che si fa informazione e che si spiega agli abitanti cosa sta succedendo sotto al Gran Sasso.

Il solito problema delle Iene con la scienza

Ma cosa c’è di vero nella “denuncia” fatta da Nadia Toffa alle Iene? Lo ha chiesto sulla pagina Facebook dell’INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare una cittadina abruzzese, madre di tre figli, giustamente preoccupata dopo aver sentito accostare i laboratori del Gran Sasso a Fukushima. Del resto chi non lo sarebbe? l’INFN ha spiegato così che SOX non è un esperimento nucleare che prevede la manipolazione di atomi, come accade per esempio in una centrale nucleare, ma un esperimento scientifico che usa una sorgente radioattiva sigillata. Proprio come le sorgenti radioattive utilizzate negli ospedali. Le differenze con Fukushima continuano quando l’INFN spiega l’utilizzo del Cerio-144.

[SOX] utilizza 40 grammi di polvere di Cerio-144, il quale produce decadimenti radioattivi spontanei, non reazioni nucleari di fissione. SOX quindi non ha niente a che vedere con un reattore nucleare, non può esplodere, neppure a seguito di azioni deliberate, errori umani o calamità naturali. Per garantire lo svolgimento in assoluta sicurezza dell’esperimento, senza nessun rischio per le persone e per l’ambiente, il Cerio-144, è isolato e totalmente schermato. La polvere di Cerio è chiusa e sigillata in una doppia capsula di acciaio, che a sua volta viene poi chiusa all’interno di un contenitore di tungsteno dello spessore di 19 centimetri, del peso di 2,4 tonnellate, realizzato appositamente per SOX con requisiti più alti rispetto agli standard di sicurezza richiesti, e in grado di resistere fino a 1700 °C.

Iene Nadia Toffa Gran Sasso Sox Borexino - 3
Ma cosa succede se – ad esempio – la sala dell’esperimento si allaga o se i laboratori vengono colpiti da un terremoto? A quanto risulta non dovrebbero esserci problemi. Certo che l’allarme arrivi dalla Toffa, una che ha fatto un curioso servizio sui terremoti indotti dall’uomo, fa un po’ sorridere.

Il contenitore di tungsteno è indistruttibile: è resistente a impatto, incendio, allagamento e terremoto, secondo studi rigorosi che sono stati svolti come previsto dalla legge e verificati dalle autorità competenti. Si pensi, tra l’altro, che l’energia in gioco in tutto l’apparato è pari a quella che fa scaldare un ferro da stiro.

Quindi – conclude l’INFN – «tutti i rischi citati durante la trasmissione, dal terremoto all’atto terroristico, non sono realistici». L’esperimento non rappresenta “in alcun modo un rischio, né per la popolazione né per l’ambiente” e dal momento che la dispersione del Cerio-144 non è possibile nemmeno in caso di incidente non implica nessuna dose radioattiva per nessuno, nemmeno per gli scienziati e i tecnici che lavoreranno all’esperimento. L’unica cosa che il servizio sull’esperimento nucleare segreto (manco fossimo in Corea del Nord) evidenzia è il cattivo rapporto delle Iene con la scienza e con l’informazione scientifica.
 

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