Perché Marina Abramovic che mangia una cipolla cruda con la buccia è arte

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2018-10-02

A Firenze la mostra sulle performance di Marina Abramovic sta riscuotendo un grande successo sia di critica che di pubblico. Ciò stupisce molto perché l’arte moderna non è facile né da comprendere né da ammirare

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A Firenze la mostra sulle performance di Marina Abramovic sta riscuotendo un grande successo sia di critica che di pubblico. Ciò stupisce molto perché l’arte moderna non è facile né da comprendere né da ammirare. Per il mio incontro con l’arte moderna, galeotto fu il DAMS di Bologna. Umberto Eco ebbe l’idea di creare un coso di laurea dedicato all’arte e spettacolo e lo chiamò DAMS (Danza Arte Musica e Spettacolo). Fu un successo clamoroso. Migliaia di giovani artisti si iscrissero a quel corso di laurea regalando a Bologna una atmosfera creativa e sognante. Questo periodo d’oro durò poco perché purtroppo il mercato del lavoro in Italia non era attrezzato ad assorbire tanti giovani con competenze artistiche e il DAMS , dopo pochi anni, si trasformò spesso in una fucina di disoccupati e sottoccupati. Nel periodo d’oro del DAMS, ho avuto la ventura di mettermi con una giovane studentessa ed aspirante artista. Per uno come me, con una formazione scientifica e logica, avere a che fare con la creatività degli artisti fu una esperienza istruttiva ed indimenticabile. Mi hanno insegnato che non tutto quello che viene visto dal nostro occhio è analizzato dalla nostra mente. Avremmo troppe informazioni “inutili” da memorizzare.

mostra marina Abramovic firenze 2

Un artista deve avere la capacità, non solo di cogliere questi aspetti “insignificanti”, ma anche di creare un evento per spingere lo spettatore a “vedere” quei particolari che il tran tran della vita di ogni giorno non gli fa notare. Quindi non un’arte didattica o didascalica, ma un arte di suggestioni che lo spettatore deve essere capace di cogliere. L’artista per essere tale deve essere dotato sia di pensiero laterale per essere capace di cogliere ciò che l’uomo comune non nota e sia di un narcisismo così forte da spingerlo ad essere il centro dell’attenzione. Marina Abramovic ha molto sviluppate entrambe queste qualità. A Palazzo Strozzi è raccolta la memoria di un centinaio di performance che mettono a nudo la personalità, le manie, le idee dell’artista. Tutte le performance sono basate sulla fisicità. Si inizia con una Marina oppressa da una educazione troppo rigida. Quindi le performance sono caratterizzate da voglia di libertà: lei che urla fino a perdere la voce, lei che balla nuda per varie ore di fila fino allo svenimento. Si continua con una Marina desiderosa di scoprire chi siamo noi veramente, come ci comportiamo verso l’altro. In una performance si mise a totale disposizione del pubblico. Dopo un momento di incertezza, gli aspetti più primordiali e selvaggi degli astanti uscirono fuori. La spogliarono, la violarono, la ferirono. Però quando uno tentò di farla suicidare, parte del pubblico la difese e la salvò. Stesso “happy end” in una performance analoga: si mise sdraiata all’interno di una grande stella di David e la bruciò. Quando svenne per la mancanza di ossigeno, uno del pubblico corse a salvarla. Due volte aveva affidato la sua vita al pubblico e due volte la sua fiducia era stata ben riposta. Il periodo della Marina innamorata è quello più rappresentato nella mostra. Con il suo uomo vagabondarono per 5 anni in tutta Europa. Vissero in modo libero contando sul buon cuore delle popolazioni che stavano visitando.

Varie le performance di quegli anni:

– lei e lui uniti da un arco. Una freccia puntata al cuore di Marina e trattenuta da lui. L’Amore significa dare un potere di vita e di morte all’altro
– lei e lui nudi che camminano e che si scontrano. L’Amore è anche uno scontro fra due persone
– lei e lui nudi che si schiantano contro una colonna che millimetro dopo millimetro riescono a spostare. L’Amore è combattere assieme battaglie possibili.

mostra marina Abramovic firenze 1

Anche il momento della separazione fu occasione di una memorabile performance. Lei partì da Shangai, lui dal Deserto del Gobi. Percorsero 2500 km a piedi lungo la Grande Muraglia e si incontrarono a metà per dirsi addio. Quando l’Amore finisce, non importa quanto sia stata la strada percorsa assieme, non si può far finta di nulla e rimanere assieme… Sempre sul tema della fine di una relazione, lei racconta le sue disavventure amorose mangiando una cipolla non solo cruda ma anche con tutta la buccia… Beh qui la metafora è estremamente chiara.. Vi è la Marina, sconvolta dalla Guerra in Serbia, che organizza una performance in cui lava ossessivamente uno scheletro. O che dirige un coro di bambini serbi, avendo appiccicato, avanti e dietro, due scheletri. Vi è la Marina famosa e ormai feticcio. In una performance si espose per dodici giorni al pubblico. Il pubblico la può vedere dormire, leggere, farsi la doccia, fare i propri bisogni. Senza nessuna protezione. L’artista famoso, per essere tale, deve rinunciare totalmente alla sua vita privata.. In un’altra performance lei si incise una stella di Davide sull’ombelico e si stese (nuda) su una croce di ghiaccio. Il sangue che uscì dalle ferite, venne raccolto in ampolle e venduto al Pubblico. Ormai l’ artista non è più un essere umano ma un feticcio da venerare… Infine vi è la Marina che mette al centro della scena il Pubblico. In una performance vi sono due modelli nudi. Si può scegliere se passarci in mezzo o meno. Lo spettacolo, paradossalmente, non sono i due modelli ma è il pubblico messo di fronte alla scelta da fare.

mostra marina Abramovic firenze

In un’altra performance il pubblico è messo di fronte a chicchi di riso. Istintivamente uno si mette a contarli, inizia a divagare con la mente… Lo spettacolo è vedere le persone che pian piano smettono di pensare di essere in una mostra e seguono i loro pensieri…. Infine in un’altra famosa performance, Marina si sedette per otto ore di fila, per un mese di fila, immobile e muta in una sedia di un tavolino della hall del MOMA. A New York Lo spettacolo fu il pubblico che si sedeva di fronte a lei. Qualcuno iniziò a parlare. Altri si limitarono ad osservarla. Altri ancora la trattarono da santa: le raccontarono i loro guai, i loro desideri…come se lei avesse potuto modificare la loro vita… Insomma una gran bella mostra, non facile da comprendere, che però, mettendo a nudo l’artista, è di grande aiuto per farci riflettere su noi stessi. O almeno è quello che successo a me…

(foto di Vincenzo Vespri)

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