Sport
Fino a 11 anni di carcere per chi porta una bandiera arcobaleno allo stadio durante i Mondiali in Qatar
Massimiliano Cassano 30/06/2022
Nasser Al-Khater, portavoce dei Mondiali di calcio in Qatar 2022, avvisa i tifosi: “Religione, credenze e cultura vanno rispettate”
Non c’è spazio per i diritti delle minoranze sessuali ai Mondiali in Qatar 2022, che prenderanno il via a dicembre. Come dichiarato dal portavoce dell’evento, Nasser Al-Khater, “chiunque indosserà la bandiera arcobaleno nei prossimi Mondiali di calcio sarà arrestato per 7 o 11 anni”. L’ufficiale ha ricordato che il Qatar è un Paese islamico con “religione, credenze e cultura” da rispettare. Non da meno le affermazioni di Mansoor Al Ansari , segretario generale della Qatar Football Association: “Se vuoi mostrare il tuo punto di vista sulla comunità LGBTQ+, fallo in una società dove è accettato”.
Fino a 11 anni di carcere per chi porta una bandiera arcobaleno allo stadio durante i Mondiali in Qatar
Non è la prima misura radicale presa dal Paese che si prepara a ospitare la competizione sportiva più seguita al mondo: appena pochi giorni fa il Comitato Supremo aveva fatto sapere che il sesso al di fuori del matrimonio sarebbe stato proibito durante i Mondiali. In un comunicato riportato dal Daily Star, si legge che “il Qatar è un paese conservatore e le manifestazioni pubbliche di affetto sono disapprovate indipendentemente dall’orientamento sessuale”. Fino a sette anni di reclusione la pena per un’avventura di una notte. Il quotidiano cita fonti della polizia preoccupate con l’avvicinarsi dell’evento: “La cultura del bere e fare festa dopo la partita, che è normale nella maggior parte dei luoghi, è severamente vietata, con conseguenze molto severe e spaventose se si viene scoperti. Si ha la sensazione che questo potrebbe essere un brutto torneo per i fan”. Al-Khater ha però precisato: “La sicurezza di ogni tifoso è della massima importanza per noi. Ma le manifestazioni pubbliche di affetto sono disapprovate, non fa parte della nostra cultura e questo vale per tutti”.
La denuncia degli attivisti Lgbt
Lou Englefield dell’organizzazione Football v Homophobia ha rimarcato l’assurdità dei provvedimenti: “Non conosco nessun gruppo di sostenitori LGBTIQ europei, o singoli sostenitori, che attualmente stanno pianificando di partecipare a questa Coppa del Mondo. Come può un evento sportivo internazionale che si aspetta milioni di visitatori non essere aperto a rassicurare una grande minoranza che ha fondati timori di essere al sicuro e benvenuta? Non abbiamo mai visto niente del genere”.
(immagine di copertina: Italy Photo Press)