L’autogol di Beckham: da paladino dei diritti ad “ambasciatore” del Qatar (a 18 milioni di euro l’anno)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-10-26

L’ex calciatore del Manchester United ha siglato un accordo per diventare il volto dei Mondiali del 2022 e sponsorizzare il turismo nella terra degli Emiri

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Nella sua lunga carriera dorata (prima da calciatore di successo, poi da imprenditore, presidente e co-proprietario di due squadre di calcio) ha sempre preso le parti dei più deboli. Di tutte quelle persone, in giro per il mondo, che vedono quotidianamente i propri diritti fondamentali cancellati da dittature e poteri socio-politici. Per questo motivo non poteva che provocare molte critiche l’accordo multi-milionario siglato da David Beckham con il Qatar: 18 milioni di euro l’anno fino al 2030, per diventare l’ambasciatore prima dei Mondiali 2022 e poi del turismo in quella zona del Medio-Oriente.

Beckham “ambasciatore” del Qatar, piovono le critiche

L’accordo, come spiega il Corriere della Sera – citando la fonte originaria, il The Sun -, prevede cifre da record: 180 milioni di euro in dieci anni, con i primi passi che sono stati mossi già diverse settimane fa, quando l’ex calciatore del Manchester United (con cui ha vinto anche il Pallone d’oro nel 1999), del Real Madrid e del Milan è volato in direzione Doha per realizzare il primo spot in vista del Mondiale del 2022 che si disputerà proprio in Qatar. Un contratto che non si ultimerà con la finalissima della massima competizione per Nazionali. Secondo quanto riportato da alcuni quotidiani britannici, nel corso di questi lunghi – e fruttuosi – dieci anni, Beckham sarà il volto di riferimento per attirare ancor più turisti a Doha e dintorni.

Una decisione che non può che far storcere il naso. Da sempre, infatti, l’ex calciatore ha prestato il suo volto a iniziative per sostenere i diritti fondamentale di ogni singolo essere umano: dalle donne agli omosessuali, fino a tutti coloro i quali vivono in uno stato di sofferenza. Diritti che non esistono in Paesi come il Qatar, dove il ruolo della donna è riassumibile a un orpello all’interno della fera familiare, e le persone gay vengono pesantemente discriminate (per usare un eufemismo). Ma, secondo il Times, alcuni membri dell’entourage dell’ex Pallone d’Oro avrebbero spiegato: “Alcune delle leggi e delle convinzioni del Qatar differiscono dalle sue, ma i qatarini hanno sempre detto che tutti saranno benvenuti ai Mondiali e lui ha visto le prove di un reale e sincero impegno con la comunità omosessuale”. E lui ci ha creduto. Insomma, la decisione di Beckham sembra essere il più classico degli autogol. Sicuramente non a livello economico.

(foto IPP/picture alliance)

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