Onorevoli dress code: chi ha paura delle scollature delle deputate?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-07-04

Dopo le dichiarazioni dell’onorevole Mollicone su “Montecitorio Beach” ieri al povero Ettore Rosato è toccato di presiedere la discussione sull’abbigliamento delle onorevoli colleghe della Camera. C’è chi le vorrebbe più caste e chi invece dal M5S difende con orgoglio “le scarpe gioiello molto costose” sfoggiate da alcune deputate

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«Apparire, ai nostri tempi, pare avere una valenza maggiore dell’Essere. L’immagine è la prima cosa che si ‘spende’ nel contattare l’altro ma solo attraverso l’Essere esprimiamo la nostra identità, la nostra unicità» così su Facebook la deputata di Forza Italia Giusi Bartolozzi commenta la discussione andata in scena ieri in Aula alla Camera dopo che il deputato di Fratelli d’Italia Federico Mollicone aveva “denunciato” le scollature eccessive delle onorevoli di Montecitorio Beach pubblicando una gallery che poi ha rapidamente cancellato.

Le deputate che vogliono un look più casto per le onorevoli

La Bartolozzi è una di quelle deputate che invoca la necessità di un regolamento sull’abbigliamento “consono” per le onorevoli. Circola anche una petizione per una raccolta firme. A promuoverla la deputata di Forza Italia Giusy Versace che chiede «un abbigliamento più idoneo», soprattutto per le colleghe. In un’intervista al Corriere della Sera la Versace racconta che a firmare sono state in molte, non solo di FI ma anche del M5S e anche alcuni colleghi uomini hanno aderito alla petizione. «Qua c’è chi sfila con dei completini che saranno pure griffati ma di certo sono inopportuni, autentici copricostume. Roba da cubiste impazzite con le tette al vento.  Pizzo e carne, non ne potevo più» rivela la Versace, che non ha paura di passare per “bigotta”.

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Anche Mollicone a Radio Cusano Campus ha precisato che quello che è importante è il rispetto dell’Aula che «vale per tutti, per uomini e donne. In questa stagione, nonostante il caldo, gli uomini portano comunque la giacca e si vedono passare delle colleghe che invece sembrano stando andando a prendere ombrellone e sdraio». Mentre chiede rispetto Mollicone però non rinuncia ad attaccare Laura Boldrini (non certo una che va in giro in prendisole) per la famigerata foto con i sandali. La Boldrini ieri in Aula aveva preso la parola per ribadire che «una donna debba avere la libertà di vestirsi come ritiene» perché non è sulla base di come si veste che si valuta la capacità di svolgere il proprio lavoro stigmatizzando un atteggiamento che “colpiva” solo le deputate e non i loro colleghi uomini. «Troppo scollate? A me non dispiace», ha detto invece Matteo Salvini.

L’onorevole M5S che ci spiega che l’infradito non è sciatteria, è moda

Sull’altra parte della barricata dell’infuocato dibattito sul dress code c’è ad esempio la pentastellata Maria Pallini che preferirebbe parlare delle grandi conquiste del governo Conte ma che in mancanza d’altro acconsente a parlare di moda. Perché quella che per alcuni è sciatteria in realtà è moda. Spiega la deputata Pallini che ad esempio «quelle che per voi sono infradito, in realtà sono scarpe-gioiello, anche molto costose. E ci sono scarpe da ginnastica che sono in realtà da passeggio. Non è sciatteria,è moda». Con tanti saluti al movimento francescano.

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Fonte: Il Corriere della Sera del 04/07/2019

Ne è passato di tempo da quando l’unica cosa che doveva andare di moda era l’onestà. Sei anni fa quando i descamisados (maschi) del M5S fecero il loro ingresso in Parlamento armati di apriscatole vennero notati perché raramente usavano la cravatta (che non è più obbligatoria).

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Oggi invece i pentastellati (che hanno passato la scorsa legislatura a pubblicare foto e video delle sedute) si lamentano ad esempio «dei parlamentari che postano su Facebook delle fotografie per cercare in qualche modo di modificare il dress code della Camera» (Maria Edera Spadoni). Vero è che il dress code lo decide l’Ufficio di Presidenza, e non certo il deputato Mollicone. Se proprio bisogna stabilire quale sia l’abbigliamento consono delle deputate dovrebbero essere le donne a deciderlo e non gli onorevoli colleghi. Poi senz’altro si può riflettere su questa importantissima battaglia di Fratelli d’Italia. Davvero non c’è nulla di meglio cui pensare e per cui lavorare?

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