Fact checking
Salvini “chiude i porti” ma i migranti entrano dal Friuli-Venezia Giulia guidato dalla Lega
Giovanni Drogo 23/05/2019
Come mai ogni volta che trenta o quaranta migranti tentano di sbarcare in Italia Salvini fa la voce grossa e minaccia di chiudere i porti e invece tace quando i migranti entrano in Italia passando via terra per la Slovenia ed entrando in Friuli-Venezia Giulia? Curiosamente sappiamo esattamente quante persone arrivano dal Mediterraneo centrale ma non sono noti i dati degli ingressi dalla regione che la Lega governa dall’anno scorso

I porti chiusi di Salvini sono una specie di bluff, ma la rotta del Mediterraneo Centrale non è l’unica utilizzata dai migranti per entrare in Europa. C’è ad esempio la cosiddetta “Western Balkan Route“, la dei Balcani che attraversa da Sud a Nord tutti i paesi dell’ex Jugoslavia per arrivare alle porte dell’Unione Europea: principalmente Croazia e Slovenia e in misura minore l’Ungheria. A differenza di quanto accade al largo delle coste della Sicilia e nel tratto di mare tra Italia e Libia poco si sa però sui flussi migratori che transitano vicino alla frontiera orientale italiana.
Quella frontiera che Salvini fa finta di non conoscere
Eppure i migranti entrano anche da lì. Salvini però ne parla poco, anche perché dal maggio del 2018 il Friuli-Venezia Giulia è governato dal Centrodestra e il presidente è Massimiliano Fedriga, uno dei fedelissimi del vicepremier leghista. Sicuramente i numeri sono diversi, e senza dubbio si tratta di una rotta meno battuta. Ma da qualche tempo le colline del Carso hanno visto aumentare il transito dei migranti. Lo denunciava già ad agosto del 2018 l’associazione SOS Carso, un’associazione di volontari che si occupa di tenere pulite le doline della Val Rosandra, proprio al confine con la Slovenia.
La valle è infatti il terminale d’arrivo della rotta dei Balcani e ultimamente SOS Carso ha iniziato a trovare un sempre maggiore numero di indumenti laceri e documenti abbandonati dai migranti che entrano – illegalmente – nel nostro Paese. Scarpe, maglioni, giubbotti in quantità tali da riempire decine di sacchi neri, in alcuni casi anche zainetti abbandonati con mele o bottigliette d’acqua. Tutto materiale abbandonato dai migranti non appena valicato il confine. La Rotta Balcanica è attiva ma nei documenti ufficiali del Governo – ad esempio sul cruscotto statistico giornaliero del Viminale – non c’è traccia di questi arrivi.
Quanti migranti entrano in Italia passando per il Friuli-Venezia Giulia?
Eppure tra luglio e agosto dello scorso anno sono stati intercettati 450 migranti che dalla Slovenia stavano entrando in Italia. Il flusso complessivo della rotta balcanica è minore rispetto a quello marittimo tra Italia e Libia ma basta pensare a quello che dice e che minaccia di fare Salvini quando stanno per sbarcare trenta o quaranta migranti per renderci conto che qualcosa non va. I tentativi di accesso sono frequenti, e altrettanto lo sono i “respingimenti”, che però vengono chiamati “riammissioni” perché i migranti vengono riaccompagnati in Slovenia. Di nuovo: quando una cosa del genere accade nel senso opposto al confine italo-francese di Ventimiglia si grida al complotto. Sul fronte orientale invece le cose si fanno più silenziosamente, vuoi perché in Slovenia non c’è ancora un Salvini che si lamenta che gli rimandano indietro gli immigrati.
Quella che arriva a Trieste passando per Slovenia, Croazia e Bosnia-Erzegovina è una rotta “antica” che esiste da decenni. Negli ultimi anni il traffico di migranti era rallentato, vuoi perché la rotta mediterranea aveva preso il sopravvento vuoi perché l’allargamento ad Est dell’Unione Europea ha spostato le frontiere esterne della UE delegando di fatto la sorveglianza dei nuovi confini europei ai nuovi stati membri.

I flussi di migranti verso l’Unione Europea
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