La metamorfosi del presidente Mattarella annunciata dal Corriere

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-01-28

Il Corriere annuncia una nuova discesa in campo del Quirinale, che si scopre interventista a due anni dalla fine del mandato

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Marzio Breda, quirinalista del Corriere della Sera, pubblica oggi un’analisi sulla presidenza della Repubblica ai tempi del governo gialloverde che contiene molti elementi interessanti a proposito della nuova strategia di Sergio Mattarella. Ricordando che anche altri inquilini del Quirinale avevano cominciato il loro mandato in assoluta tranquillità e l’hanno concluso con l’interventismo (Cossiga, Scalfaro, Napolitano): così Mattarella inaugura una sorta di fase 2 del suo mandato dopo la fase 1.

Una funzione «di accompagnamento», nel caso dell’esecutivo gialloverde, visibile in particolare nell’attenzione che Mattarella ha dedicato alla sfera economica. Cioè nell’aver posto come essenziali i vincoli finanziari, perché quello era il problema da lui sollevato fin dall’atto di formazione del governo.

Non metteva ostacoli al programma («ho le mie idee ma devo metterle da parte», ripete spesso), purché rientrasse nei limiti consentiti dall’articolo 81 della Carta sull’equilibrio tra entrate e spese. Un’ottica in cui va inquadrato pure il suo no a Savona, che non era un no alla persona, ma il tentativo di avere un’interlocuzione più tecnica che politica al ministero di via XX Settembre.

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Ma la sfida evidentemente non finisce qui, perché le ultime righe dell’articolo ce ne regalano altre due:

Lo hanno compreso la politica e i cittadini, che non per nulla da allora gli confermano larghi consensi. Quando fu eletto erano consensi sulla fiducia, adesso significano che ha corrisposto alle aspettative. Esempi: il lungo applauso che l’ha accolto alla Scala di Milano il 7dicembre e l ’approvazione ottenuta dal suo messaggio di Capodanno sui «buoni sentimenti».

Perfino il guru dei 5Stelle Beppe Grillo, che aveva brutalmente recriminato sui «troppi poteri» di chi sta al Quirinale, dimenticando che sono poteri di garanzia, da un po’ tace. Come sarà il suo futuro da presidente? Il suo soft power rientrerà nella silenziosa e poco attiva ortodossia? Difficile, perché lo aspettano due transizioni costituzionali complicate, che gli alleati di governo inseguono e sulle quali dovrà vigilare: la democrazia diretta e il federalismo differenziato.

Insomma, il Corriere ci sta dicendo che Mattarella è pronto a tornare in campo. Uno degli obiettivi è l’autonomia ovvero la secessione dei ricchi che Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna stanno costruendo in barba alla mutualità tra le regioni. L’altro sono le modifiche alla legge sui referendum di cui si stanno occupando i grillini. Un fronte per uno (Lega e M5S) e un avversario unico. Di quelli temibili.

Leggi sull’argomento: Autonomia, la secessione dei ricchi è servita

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