Mercatone Uno e i creditori pronti a diventare soci

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-05-27

La soluzione alla crisi innestata dal fallimento potrebbe essere quella dei soci che diventano creditori. 1800 lavoratori e 500 imprese fornitrici, con altri 10 mila dipendenti

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Come anticipato ieri, per Mercatone Uno la soluzione alla crisi innestata dal fallimento potrebbe essere quella dei soci che diventano creditori. 1800 lavoratori e 500 imprese fornitrici, con altri 10 mila dipendenti, oggi pomeriggio si vedranno al ministero dello Sviluppo Economico perché Luigi Di Maio, complici le elezioni, si è improvvisamente ricordato di loro. Marco Bettazzi su Repubblica intanto ricorda le condizioni di partenza:

Tutto ruota attorno alla Shernon Holding, la società guidata dall’imprenditore Valdero Rigoni (coinvolto in passato in un fallimento a Vicenza) che nell’agosto 2018 si aggiudica, dall’amministrazione straordinaria che dura dal 2015, 55 negozi del marchio. Socio unico di Shernon è la maltese Star Alliance, sempre di Rigoni, che dovrebbe portare avanti l’operazione con la polacca Black Red White e la turca Doktas Kelebek, fornitori di mobili, assieme al fondo statunitense Tpg.

mercatone uno di maio

Per questo, nonostante l’opposizione dell’azienda e dei commissari, il tribunale decide per il fallimento di Shernon sciogliendo l’atto di vendita dell’agosto scorso e restituendo il marchio (compresi i lavoratori, che non sono stati licenziati) ai commissari Stefano Coen, Vincenzo Tassinari ed Ermanno Sgaravato, che oggi il ministero potrebbe sostituire.

«Stiamo valutando le migliori soluzioni possibili per salvare l’occupazione e garantire ammortizzatori sociali», hanno detto ieri i commissari, dichiarando che la loro gestione ha visto «un indebitamento di 80 milioni». «I debiti sono oltre 260 milioni – contesta William Beozzo, direttore dell’associazione che riunisce i fornitori – Se ci sono le condizioni noi creditori potremmo anche diventare soci. Ma il ministero ci tuteli». «Il fallimento si poteva evitare, è mancato l’impegno politico di Di Maio», attacca l’ex ministro Carlo Calenda. «Il Mercatone è l’ultimo disastro targato Pd», ribatte il M5s. «Ognuno ha le sue colpe ¬– rispondono i sindacati – ora bisogna tutelare i lavoratori».

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