La storia dei candidati clone M5S a Napoli e gli esclusi dalle europarlamentarie

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-04-05

L’ex segretaria di un candidato lo accusa di essersi creato utenze su Rousseau per autovotarsi. E Casaleggio va a denunciare. Altri candidati fuori si lamentano

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Una storia di candidati-clone scuote il MoVimento 5 Stelle a Napoli. Davide Casaleggio, con in mano sospetti concreti di una truffa, è andato in procura a causa di un messaggio che circola per lo meno da mercoledì scorso nelle chat dei candidati campani.

I candidati clone del M5S a Napoli

Un’ex segretaria di Francesco Mennella, di professione medico a Marcianise (Caserta), accusa il candidato di aver messo su, nel 2017, una rete di account fasulli per influenzare l’esito delle parlamentarie. Nel messaggio la ragazza racconta di aver conosciuto Mennella in occasione dell’organizzazione di uno spettacolo teatrale e di aver ricevuto poi da lui una proposta di lavoro come segretaria: 300 euro per tre mesi.

Secondo il racconto, alla ragazza era stato proposto di assicurarsi che alcuni iscritti alla piattaforma Rousseau avessero completato le procedure di iscrizione. Successivamente Mennella chiede alla ragazza i documenti per effettuare il bonifico per il pagamento. Qualche tempo dopo, sempre secondo il racconto della ragazza, riceve una telefonata da Mennella in cui questi le preannuncia che le arriverà un codice sul telefono e gli chiede di inoltrarglielo.

Qui la ragazza capisce che Mennella ha preso le sue credenziali per iscriverla a sua insaputa al M5S. E la ragazza dice anche di aver inviato la mail con la segnalazione della storia a Rousseau senza ricevere risposta.

Francesco Mennella escluso dalle europarlamentarie

Mennella, che era tra i candidati alle europarlamentarie, viene quindi escluso. E lui si difende su Facebook sostenendo che è stato trattato senza rispetto per una storia che considera inventata:

francesco mennella m5s

Il lato più divertente della storia è però quella parte di messaggio in cui Mennella dice che il M5S lo ha cacciato “in stile soviet”, violando “i più basilari principi sanciti dalla nostra Costituzione:

Non esiste alcuna moralità nel montare un caso ad arte ( poi dimostratosi, dopo opportune verifiche, infondato) per infangare la reputazione di una persona: non esiste alcuna trasparenza nel tagliar fuori una persona, senza una rigorosa formulazione di un atto di accusa, che fornisca delucidazioni, chiarimenti e soprattutto riconosca all’accusato la possibilità di perorare la propria causa e difendere la propria onorabilità nelle opportune sedi.

Una ” cacciata” in stile soviet”, un operato arrogante, irrispettoso, omertoso che viola i più basilari principi sanciti dalla nostra Costituzione, che riconosce ” all’imputato” la possibilità di dimostrare la propria innocenza . Un modus operandi che stride con ogni principio di cui ci siamo fatti da sempre promotori e partecipi che, sprezzante, liquida un uomo, il suo vissuto, il suo impegno, e i tanti, troppi sacrifici, con poche righe irriguardose, insulse che, lungi dal fornire delle reali motivazioni, ti marchiano come una “lettera scarlatta” a futura infamia.

Mennella infatti negli ultimi sette anni deve essere vissuto sulla luna, perché non si è evidentemente accorto del fatto che il M5S da quando è nato caccia in stile soviet. Oppure lo sa benissimo ma se ne sta lamentando soltanto oggi che tocca a lui.

Gli altri cacciati dalle europarlamentarie

Oltre a Mennella, spariscono anche Daniela Rocco, Giacinto De Taranto e Mario Aliberti. La Rocco dice di essere «delusa», ma anche che accetta«di essere stata sconfitta dalla mediocrità e dalla segnalazione di qualche mediocre frustrato. E dice: «Aspettiamo che «finiscano i 2 mandati di molti“miracolati” da Beppe».

daniela rocco

Fuori anche Giacinto De Taranto, astronauta selezionato per la Mars One, che si lamenta: «Ero il primo della lista per meriti in tutta la circoscrizione meridionale: 8 su 9, superando anche gli uscenti», si sfoga l’ingegnere spaziale su Facebook. Ma secondo il Mattino è stato cacciato per la la militanza in Valica, associazione No Vax frequentata da De Taranto insieme all’ex senatore del M5s Bartolomeo Pepe. Viene escluso Mario Aliberti, ex comandante delle Fiamme Gialle di Castellammare di Stabia, perché non è un militante. Poi gli altri:

Allusivo il post del consigliere regionale del M5s, Luigi Cirillo. Che tuona contro i vertici regionali stellati: «Quando incontro sul mio cammino una persona migliore di me, non la attacco e non la denigro perché questo è classico atteggiamento di chi è mosso da invidia e gelosia». Fuori dai giochi in Sicilia anche Giuseppe Leotta per alcuni commenti Fb «a sfondo calcistico», dice l’attivista. E anche Clementina Iuppa,depennata per aver ripreso un post al vetriolo dai contenuti anti-semiti. A sostituirla Antonio Brunetto, anche lui travolto dalle polemiche perché accusato di essere stato in passato il delfino di Angelino Alfano.

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