Max Bugani molla Di Maio e si dimette

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-04

Dopo le critiche a Di Maio gli hanno dimezzato lo stipendio a Palazzo Chigi. E lui ha criticato anche Toninelli

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“Mi dimetto da vice-caposegreteria di Luigi Di Maio a Palazzo Chigi, e lascerò anche i ruoli di referente del Movimento in Emilia Romagna e dei sindaci”: Max Bugani annuncia al Fatto che ha rotto con il Capo Politico del MoVimento 5 Stelle: rimarrà consigliere ma offre anche il suo posto nella fondazione Rousseau. Lo annuncia oggi a Luca De Carolis, facendo sapere che la mossa è una conseguenza dell’atteggiamento del vicepremier e bisministro nei suoi confronti:

 “È iniziato tutto dopo la mia intervista al Fatto del 19 giugno, in cui auspicavo unità nel Movimento e sostenevo che Di Maio e Di Battista non sono alternativi ma complementari. Poche ore dopo mi chiesero di non rilasciare più interviste. E non capisco perché, visto che io non volevo certo mettere in difficoltà Luigi. Ritenevo doveroso richiamare alla compattezza in un momento difficile, e invitare a non puntare il dito contro Di Battista o altri, perché le diverse anime del M5S vanno tenute assieme”. Ma il leader l’ha presa malissimo.

“In quella circostanza ho capito che il mio ruolo veniva messo in discussione e che non c’era più fiducia in me. E nel giro di qualche giorno mi hanno fatto sapere che il mio stipendio da vice-caposegreteria sarebbe stato dimezzato per contenere le spese”. Da lì inizia il grande freddo tra Bugani e Di Maio. Ma tutto si spezza un paio di settimane fa, quando il socio di Rousseau attacca a muso duro il ministro dei Trasporti Toninelli e il sottosegretario Dell’Or co, invocandone la cacciata per il sì al Passante di Bologna. “Lo ridirei mille volte, ho dato 14 anni di vita al Movimento e alle sue battaglie per la tutela dell’ambiente, contro opere inutili e costose come l’allargamento di u n’autostrada”, rivendica Bugani.

max bugani di battista casaleggio

E qualche giorno dopo gli è arrivato il conto:

“Il suo caposegreteria Dario De Falco, persona per bene, mi ha invitato a dimettermi e io ho replicato che Luigi poteva rimuovermi. Poche ore dopo mi hanno mandato un provvedimento con cui riducono il mio stipendio da 3800 a 1600 euro. Io non sono aggrappato ai contratti, e allora ritengo doveroso dare le dimissioni. Anche per il bene che voglio a Di Maio, nonostante in questi mesi non abbia condiviso molte sue scelte”. Nessun contatto con il vicepremier? “Non ultimamente”.

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