Opinioni

Matteo Salvini e il ricorso per la multa a Milano

neXtQuotidiano 12/05/2016

Thomas Mackinson sul Fatto Quotidiano racconta oggi di un curioso episodio che ha come protagonista Matteo Salvini e il suo autista, multati il 9 novembre scorso per eccesso di velocità perché l’auto di servizio della Lega su cui viaggiava il segretario viaggiava a gran velocità su viale Enrico Fermi: 87 chilometri invece dei 70 previsti […]

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Thomas Mackinson sul Fatto Quotidiano racconta oggi di un curioso episodio che ha come protagonista Matteo Salvini e il suo autista, multati il 9 novembre scorso per eccesso di velocità perché l’auto di servizio della Lega su cui viaggiava il segretario viaggiava a gran velocità su viale Enrico Fermi: 87 chilometri invece dei 70 previsti dal limite. Aurelio Locatelli, autista di Salvini, e il segretario della Lega Nord hanno chiesto di annullare la sanzione con ricorso dell’11 marzo, rivendicando per il leader una sorta di immunità da codice della strada:

In premessa ricordano che il segretario “ricopre incarichi istituzionali e che, per ragioni politico istituzionali, deve presenziare presso varie sedi italiane a incontri istituzionali, nonché ai lavori parlamentari”. In altre parole: si tenga presente l’alto valore trasportato. Salvini finisce così nel pubblico registro dei politici furbetti, quelli che prendono le multe come tutti i cittadini ma pretendono di non pagarle, perché al di sopra di regole e leggi buone solo per gli elettori. Un titolo che non farà felice il popolo leghista e mal si sposa con l’immagine da tribuno della rabbia popolare contro i privilegi della Casta. Non solo, giusto sei mesi fa il leghista aveva eletto Napoli “capi tale delle multe evase”, attirandosi prevedibili polemiche: ora si scopre che Milano e Salvini non sono da meno, anzi. Il passaggio forse più ardito del ricorso verte su ragioni imperative di sicurezza.I legali ricordano che il loro assistito ha subito “recenti e gravissimi attacchi alla sua persona e alla vettura su cui via ggia ”e per questo la sua auto “è regolarmente preceduta e scortata da vetture condotte da agenti delle Forze dell’or din e”, sostenendo una sorta di diritto transitivo a commettere violazioni.

matteo salvini multa aurelio locatelli

È VERO, argomentano, che l’auto della Lega è una vettura privata e come tale non può eludere limiti e divieti, come una volante che invece può farlo nei limiti di prudenza e diligenza e “nell’espletamento dei servizi di istituto”, cioè accendendo la sirena. Ma – scrivono – “tale obbligo può ritenersi assolto nella misura in cui l’auto di proprietà della Lega Nord viene affiancata e/o preceduta costantemente da una vettura della PS con apposito dispositivo attivo”. Ammesso che sia così, c’è unproblema: lefoto scattate al varco elettronico mostrano l’auto di Salvini in perfetta solitudine sul ponte. Nessuna volante, né davanti né di fianco. Così, la multa per ora resta e tocca vedere che cosa ne farà il prefetto, mentre si scopre un’altra funzione della scorta ai politici: far da paraurti alle multeche si meritano, perfino nelle città che vorrebbero amministrare.

L’intero articolo è disponibile sul Fatto in edicola.

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