Neanche il 25 Aprile Salvini e Meloni riescono a pronunciare la parola “fascismo”

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-04-25

Nel giorno della Festa della Liberazione, Matteo Salvini e Giorgia Meloni riescono nell’impresa di non nominare il male dal quale l’Italia cominciava a depurarsi 77 anni fa: il fascismo

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Una passeggiata sui gusci delle uova, per evitare il silenzio totale ma al tempo stesso non scomodare fette di elettorato: il 25 Aprile di Giorgia Meloni e Matteo Salvini è un mix di ammiccamenti, non detti e giri di parole nel quale il grande assente è il termine per il quale la Festa della Liberazione esiste e viene celebrata ogni anno da 77 anni: “fascismo”. La data è stata scelta in via simbolica perché proprio in questo giorno del 1945 iniziò la ritirata dei soldati tedeschi e dei fascisti della Repubblica di Salò dalle città di Torino e Milano. È quindi impossibile parlare di questo giorno senza menzionare partigiani, fascismo e nazismo. Ma Meloni ci è riuscita, con un tweet delirante nel quale celebra la libertà mescolandola e piegandola a temi di attualità: “La libertà non è un ricordo, è una battaglia quotidiana. Difendere la libertà significa battersi, oggi, affinché nessuno venga tenuto ai margini della società per delle restrizioni illogiche. Significa difendere, oggi, la sovranità delle nazioni e dei popoli. Viva la libertà, ora”.

Neanche il 25 Aprile Salvini e Meloni riescono a pronunciare la parola “fascismo”

Meglio, si fa per dire, ha fatto il leader della Lega Matteo Salvini, che sperava di cavarsela agganciando il 25 Aprile a una polemica con un consigliere regionale del Pd delle Marche, che ha postato una foto di lui e Marine Le Pen a testa in giù: “Magari oggi sarà in piazza con la bandiera della pace. Buona festa della Liberazione da guerra, violenza e cretini”, ha scritto Salvini. A entrambi va ricordato – ce ne fosse davvero il bisogno – che il 25 Aprile è soltanto una la liberazione che si celebra, ed è quella dal regime che ha segnato la pagina più buia del nostro Paese.

 

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A sottolinearlo anche il deputato di Forza Italia Elio Vito, in un’intervista a SprayNews: “La festa nazionale per la Liberazione dal nazifascismo celebra valori comuni. I valori fondanti della nostra Repubblica, che non appartengono solo alla sinistra e non devono essere consegnati alla sinistra. Tutti dobbiamo celebrare questi valori, a maggior ragione se siamo tra le forze politiche che governano il Paese. E molto grave che Meloni e Salvini, almeno sino a questo momento, siano rimasti in silenzio”.

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