“Ha pagato per la sua coerenza”, Mario Giordano difende Stefano Puzzer dopo il licenziamento

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-04-18

Ma l’ormai ex portuale di Trieste è stato licenziato “per giusta causa” in quanto “assenteista”

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È stato uno dei primi volti televisivi a dargli ampio spazio e a portare all’attenzione mediatica le sue proteste contro il Green Pass. Lo ha ospitato più volte (in studio o in collegamento) durante la sua “Fuori dal Coro”, in onda su Rete4. Insomma, non stupisce il fatto che Mario Giordano abbia deciso di difendere pubblicamente (attraverso i social, in attesa di ulteriori commenti quando il suo programma tornerà in onda nella serata di martedì) Stefano Puzzer dopo il licenziamento. Ma il conduttore e giornalista non c’entra il punto: l’ormai ex portuale di Trieste non ha perso il lavoro per via delle sue proteste, ma perché la sua azienda lo ha giudicato “assenteista”. Non c’entra nulla, dunque, la certificazione verde.

Stefano Puzzer difeso da Mario Giordano dopo il licenziamento

Alla fine Puzzer ha pagato la sua coerenza in prima persona. È stato licenziato. Un abbraccio grande Stefano”, ha scritto Mario Giordano chiudendo quel tweet con l’hashtag che ricorda il “motto” cantato dai portuali di Trieste durante le proteste: “La gente come noi non molla mai”. Per il giornalista e conduttore, dunque, Stefano Puzzer ha ricevuto il ben servito dall’azienda per cui lavorava a causa della sua coerenza. Ma la vicenda non è andata proprio così. 

La conferma della fine del rapporto lavorativo tra l’ex portuale e la Alpt (Agenzia portuale per il lavoro di Trieste) – con cui lavorava “a chiamata” – è arrivata nella giornata di sabato 16 aprile. E ad annunciarla era stato lo stesso Puzzer sui social accusando il “sistema”, la “politica” e tutta una serie di teorie del complotto che lo indicano come un obiettivo da colpire da parte dello Stato italiano. Ma la realtà sembra essere differente, come spiegato dalla stessa Alpt dopo le prime polemiche emerse sui social:

“Ci ha inviato una pec nella quale chiedeva di essere riammesso al lavoro. Ha fatto la visita medica ottenendo l’idoneità al lavoro. Poi evidentemente ci ha ripensato”.

Questo è il motivo del licenziamento: assenteismo nonostante il via libera per lavorare. Non c’entra nulla, dunque, la coerenza.

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