La ‘giusta causa’ del licenziamento di Stefano Puzzer (che non andava a lavoro da mesi)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-04-16

Il leader delle proteste al Porto di Trieste contro il Green pass, ha reso nota la notizia con un video postato su Facebook, dove ha annunciato che si “batterà con tutte le forze contro la decisione dell’azienda”.

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Stefano Puzzer, il leader delle proteste al Porto di Trieste – e successivamente in generale della contestazione al Green pass -, è stato licenziato dall’Agenzia per il lavoro portuale, per “giusta causa”. Lo ha reso noto lo stesso Puzzer in un video postato su Facebook annunciando che si “batterà con tutte le forze contro la decisione dell’azienda”, la Agenzia dei lavoratori portuali di Trieste.

L’azienda ha preso la decisione dopo aver inviato a Puzzer una serie di lettere di contestazione, invitandolo a tornare al lavoro perché guarito dal Covid e dunque in possesso di Green Pass. Ma, nonostante le numerose sollecitazioni, Puzzer non ha lavorato per mesi.

La ‘giusta causa’ del licenziamento di Stefano Puzzer (che non andava a lavoro da mesi)

“Sono orgoglioso di quello che ho fatto io, i miei colleghi, i cittadini di Trieste nelle varie aziende. Questa è una conseguenza del fatto che siamo puri, che crediamo nei nostri diritti e non ci piegheremo mai a questo sistema marcio. Non siamo ricattabili”, ha dichiarato Puzzer sui social, aggiungendo: “La gente come noi non molla mai, ne vedremo delle belle. Voglio bene anche a voi che mi avete licenziato”.

Nei dodici minuti di video, l’ex portuale ha mosso pesanti accuse al “sistema”, che avrebbe cercato di sabotarlo in diversi modi. Puzzer è un gruista al porto di Trieste dal 1994, dove è entrato a lavorare dopo aver appeso gli scarpini al chiodo. Era, infatti, un centrocampista delle giovanili della Triestina. Da quel momento è diventato un ‘camallo’, termine del dialetto genovese che indica gli scaricatori di porto. Puzzer, che si definisce un “sognatore rivoluzionario”, nei mesi di lotta anti Green pass è stato sempre più corteggiato dal mondo dell’estrema destra.

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