La risposta (perfetta) dell’azienda al licenziamento di Stefano Puzzer

di Chiara Capuani

Pubblicato il 2022-04-17

Mentre il leader dei portuali e del movimento no Green pass parla di un licenziamento per ‘motivazioni politiche’, l’azienda fa presente che Puzzer non si recava al lavoro da ben sei mesi.

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L’Agenzia portuale per il lavoro di Trieste (Alpt) di cui era dipendente a chiamata, ha dato il “ben servito” a Stefano Puzzer, che ieri, in dodici minuti di audio in cui millantava di essere stato licenziato per aver osato ‘opporsi al sistema’, ha dichiarato di essere intenzionato a fare ricorso contro l’azienda, che l’avrebbe destituito per non ben chiare ‘motivazioni politiche’.

Ma, come ha dichiarato il presidente dell’azienda Franco Mariani, non ci sarebbe alcuna motivazione politica: “Il licenziamento nulla ha a che vedere con vicende politiche sulle quali il lavoratore fa leva. E le cose andrebbero raccontate tutte”, ha dichiarato in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. E tra le cose da raccontare, c’è senz’altro il fatto che il portuale non si recava al lavoro dallo scorso 15 ottobre per via della sua strenua opposizione al Gren pass (pur essendo lui vaccinato con due dosi).

La risposta (perfetta) dell’azienda al licenziamento di Stefano Puzzer

Puzzer, che aveva poi contratto il Covid, avrebbe potuto tornare a lavoro una volta guarito, nonostante la scelta di non fare la terza dose (a cui si era dichiarato contrario) e, secondo quanto riporta il presidente dell’Alpt, si sarebbe effettivamente mosso in quel senso: “Ci ha inviato una pec nella quale chiedeva di essere riammesso al lavoro. Ha fatto la visita medica ottenendo l’idoneità al lavoro. Poi evidentemente ci ha ripensato”. Un ripensamento che lo ha portato a uno scontro vero e proprio con l’azienda, che da marzo gli chiede ripetutamente di tornare al lavoro.

“La vicenda — continua Mariani — è legata strettamente al rapporto del lavoratore con la sua Agenzia, che deve essere improntato alla lealtà e al rispetto delle normative sanitarie e contrattuali, senza creare nocumento agli altri lavoratori portuali in termini di immagine e di concreta partecipazione all’attività lavorativa. No, nulla di politico”, ribadisce il presidente. Semmai, di politico ci sarebbero le ambizioni, quelle di Puzzer, che sempre Mariani definisce “personali e del tutto legittime” ma che “non possono colpire, indebolire i lavoratori art. 17 (quelli a chiamata) del porto e il porto di Trieste stesso”.

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