Marco Tamietto e la ministra Grillo che non tutela i ricercatori

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-24

Il ricercatore parla oggi con Repubblica e punta il dito contro la ministra Grillo che non ha tutelato la sua categoria

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Marco Tamietto, destinatario di una lettera con minacce di morte perché “colpevole” di essere un ricercatore dell’Università di Torino che sta studiando una terapia per i pazienti affetti da blidnsight con i macachi, parla oggi con Repubblica e punta il dito contro la ministra Grillo che non ha tutelato la sua categoria:

«Sono certo che molte persone siano mosse da istanze morali anche legittime che condivido. Chi anima iniziative pubbliche dovrebbe però farlo nel rispetto delle persone e dei fatti. Delegittimare la ricerca e i ricercatori, indicarli come obiettivi da contrastare o denigrare, presentare la sperimentazione animale come l’inutile crudeltà di alcuni sadici porta responsabilità, queste sì, morali, e non fa neanche un buon servizio alla causa. Mi chiedo quante persone dieci anni fa ritenessero che la terra fosse piatta e i vaccini uno strumento delle multinazionali del farmaco».

Quante?
«Credo molte meno di oggi. C’è stata una perdita di valore del concetto di competenza. Oggi l’importante è avere un’opinione, anche disinformata. Sviluppare un pensiero critico non serve perché bisogna spararla più grossa e più in fretta possibile. È la cultura del complotto. Sono le radici culturali da cui può anche nascere una deriva violenta».

La sua vita è cambiata?
«La mia, ma anche quella di colleghi e collaboratori. Sono sorvegliato dalla Digos nei miei spostamenti, devo comunicarli prima e loro si occupano della sicurezza».

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È pentito di aver portato avanti la sua ricerca?
«No. Sono convinto sia indispensabile farla e farla così. Ci aspettavamo polemiche, non i toni e la violenza che si è creata».

Si attendeva un atteggiamento diverso dalla ministra Grillo?
«Mi aspettavo che tutelasse i ricercatori e rivendicasse la decisione di autorizzare gli studi. Gli atenei di Torino e Parma, e in particolare il rettore Gianmaria Ajani, ci hanno supportato e le hanno spiegato come stavano le cose. Io non ho mai avuto contatti con lei, ma so che ha ricevuto gli attivisti Lav e ha consegnato loro tutti i documenti sul progetto, compresi i nomi di chi partecipa alla sperimentazione. L’ho appreso da un nota stampa Lav e non dal ministero, che in passato aveva sempre risposto in modo equilibrato, bilanciando il principio di trasparenza e la tutela della privacy di persone».

EDIT: La ministra Grillo precisa:

Nell’esprimere “il più severo giudizio di condanna nei confronti degli autori delle minacce subite dal ricercatore Marco Tamietto e la piena solidarietà nei suoi confronti” il ministero della Salute precisa che “nessun dato sensibile è stato diffuso”. Lo fa con una nota nella quale spiega che “attribuire al ministero o alla sua guida politica comportamenti lesivi della privacy di qualsiasi ricercatore o di eventuali conseguenze di tali violazioni, è da considerarsi un’affermazione lesiva dell’Istituzione e dei suoi responsabili politici e amministrativi”. Tamietto è stato minacciato per la sperimentazione che sta conducendo sui macachi per comprendere problemi visivi dovuti a lesioni cerebrali.

“Esprimendo il più severo giudizio di condanna nei confronti degli autori delle minacce subite dal ricercatore e la piena solidarietà nei suoi confronti- si legge nella nota – il ministero della Salute e il ministro Giulia Grillo ritengono doveroso fare alcune precisazioni in merito alla vicenda. Il 19 luglio scorso l’associazione Lav ha ricevuto dal ministero della Salute la documentazione riguardante il protocollo scientifico della sperimentazione Light -Up, secondo quando prescritto dagli obblighi di trasparenza previsti dalla legge 241/90 e successive modificazioni e integrazioni che regola le richieste di accesso agli atti. Nel rispetto di tali obblighi nessun dato sensibile è stato diffuso” .

“La notizia della partecipazione del professor Tamietto alla sperimentazione era, invece, pubblica da oltre un anno- prosegue la nota- dal momento che il neurologo è assegnatario di un Grant e del relativo finanziamento concesso dal Consiglio europeo della Ricerca (Erc), come riscontrabile dal sito web dello stesso”.

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