Marco Mignogna e Noi con Salvini che fa guadagnare 68 euro in due anni

di Mario Neri

Pubblicato il 2017-11-29

Marco Mignogna, 42enne di Afragola con moglie e tre figli, è il web designer finito alla ribalta dopo l’articolo del New York Times che esplicitava i collegamenti – derivati dai codici Adsense e dalla proprietà dei siti – tra siti NON ufficiali del MoVimento 5 Stelle e siti della Lega come quello di Noi con …

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Marco Mignogna, 42enne di Afragola con moglie e tre figli, è il web designer finito alla ribalta dopo l’articolo del New York Times che esplicitava i collegamenti – derivati dai codici Adsense e dalla proprietà dei siti – tra siti NON ufficiali del MoVimento 5 Stelle e siti della Lega come quello di Noi con Salvini. Oggi, in un’intervista al Mattino, lui spiega la sua posizione:

«Io sono un libero cittadino che non ha mai avuto una tessera di partito e, ad esempio, non ho mai avuto alcun rapporto diretto con il Movimento 5 Stelle, non sono mai stato iscritto neppure alle loro piattaforme web, anzi con i leader grillini non mi sono scambiato neppure messaggi sui social. Sono un appassionato di informatica e di marketing e quindi ho iniziato a creare quasi per esperimento dei siti che altro non sono che aggregatori di notizie. Prendo articoli da altri siti web, citando la fonte, ma cambio il titolo per dargli maggiore interesse».
Si chiama clickbaiting. Quel traffico generato sui suoi siti porta certamente un guadagno grazie ai banner dei motori di ricerca. Quanto ricava in questo modo?
«Non si tratta di cifre astronomiche e in ogni caso mi permettono di arrotondare per mantenere la mia famiglia in maniera dignitosa senza lussi».

marco mignogna
Foto da: David Puente blog

La parte più divertente dell’intervista è però quando Marco Mignogna rivela il computo dei guadagni derivati dal codice Adsense per il sito Noi con Salvini:

Però ha usato gli stessi codici Adsense di Google, che servono per monetizzare le visite ricevute, per il blog di propaganda del Movimento e per quello di Noi con Salvini.
«È stata una svista non aver collocato il codice Adsense corretto nel sito di Noi con Salvini. E da lì è nato tutto. Ma sa quanto hanno guadagnato su quel sito i banner? In due anni esattamente 68 euro, cifre da capogiro (ride)».

Marco Mignogna ieri è stato apostrofato con questo “simpatico” gioco di parole da Mario Lavia su Democratica, il sito del Partito Democratico che ha sostituito sul web l’Unità On Line.
marco mignogna democratica mario lavia
L’Unità On Line, a proposito di fake news, è il quotidiano che pubblicò un video di Meno Male che Silvio c’è sostenendo falsamente che una delle ragazze del coro fosse Virginia Raggi. Quando chiesero a Erasmo D’Angelis, allora direttore, se avesse fatto bene a pubblicare quel pezzo, lo sventurato rispose:

Non avete pensato ad una rettifica quando la Raggi vi ha smentito?
«No, perché non è un’operazione politica, ma è giornalismo 2.0».
Vuol dire che non si fanno più verifiche?
«Voglio dire che la comunicazione social punta molto sulla quantità e sulla velocità. Sono sicuro che anche il Corriere.it avrebbe caricato il video».
Ma lei non crede che potevate controllare?
«La somiglianza è oggettiva e i social pieni di “smanettoni” che segnalano foto e video. Questo è accaduto».
Ha richiamato il responsabile del suo sito?
«No, perché ha fatto bene a pubblicare quel video».
Ha fatto bene a pubblicare una «bufala»?
«Il web ha modificato profondamente il giornalismo, sui siti e sui social gira di tutto».

Sic transit gloria mundi.

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