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Marcell Jacobs come Damiano dei Maneskin: le assurde accuse di doping da USA e Gran Bretagna

neXtQuotidiano 02/08/2021

Gli articoli dal Washington Post e del Times in cui si allude all’ombra del doping. Poi c’è il Mirror che ironizza sul suo essere “semi-sconosciuto”

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C’è chi non accetta il secondo posto e chi, invece, non sembra aver ancora digerito la sconfitta nella finale dei Campionati Europei di calcio. Dagli Stati Uniti e dal Regno Unito è partito uno sfrontato attacco nei confronti di Marcell Jacobs, “reo” di aver conquistato una storica medaglia d’oro olimpica nei 100 metri. A muovere le fila di questa assurda – e sterile – polemica sulla possibilità di “doping” da parte dell’atleta italiano sono stati il Washington Post e il britannico The Times. E, per rimanere nella “Perfida Albione” (cit.), c’è anche il The Mirror che ironizza sulla poca notorietà del campione olimpico.

Marcell Jacobs, il Washington Post allude al doping dopo la sua vittoria a Tokyo 2020

Questo è quel che scrive, oggi, il Washington Post per raccontare la storica vittoria di Marcell Jacobs a Tokyo 2020.

“Non è colpa di Jacobs se la storia dell’atletica leggera fa sospettare un miglioramento improvviso e immenso – si legge sul Washington Post -. Gli annali di questo sport sono disseminati di campioni pop-up che in seguito si sono rivelati essere imbroglioni di droga. Sarebbe ingiusto accusare Jacobs. Sarebbe incompleto non riconoscere il contesto della sua realizzazione. Jacobs merita il beneficio del dubbio, ma il suo sport no”. Il classico “dico non dico”, ammiccando a un qualcosa senza avere una minima prova (il tutto con la seconda posizione olimpica conquistata dall’americano Ronnie Baker). Un discorso simile a quanto sostenuto dai britannici del The Times che scrive: “Da Ben Johnson a Gatlin a Coleman, l’arrivo di una nuova stella mette in allerta”. Insomma, ammiccamenti che fanno pensare alle assurde accuse mosse a Damiano dei Maneskin dopo la vittoria all’Eurovision.

I nomi citati sono di atleti che hanno trionfato nelle gare più prestigiose, prima di risultare positivi ai controlli anti-doping. Ma, a differenza dei tre americani di cui parla il Times, su Marcell Jacobs non è mai corso un sospetto e non ci sono test risultati positivi. E se questo non bastasse, in Gran Bretagna sembra proprio che non riescano a digerire le sconfitte. Il The Mirror, infatti, oggi ha titolato: “Sono stati i 100 metri di Google”. Il sottotitolo? Il nostro atleta era sconosciuto ai più. Sicuramente meno conosciuto di Zharnel Hughes, il velocista britannico squalificato in finale per falsa partenza.

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