La lettera di addio di Mara Carfagna: “Ecco perché ho deciso di lasciare Forza Italia”

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-07-27

La ministra per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna lascia ufficialmente Forza Italia: lo annuncia con una lettera pubblicata oggi sul quotidiano “La Stampa”

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Dei tre ministri di Forza Italia, Mara Carfagna è stata l’ultima a decidere di lasciare il partito. Mariastella Gelmini e Renato Brunetta avevano immediatamente preso le distanze dopo la decisione di Berlusconi di staccare la spina al governo Draghi, mentre la titolare del dicastero per il Sud e la Coesione territoriale aveva preso tempo, parlando della necessità di “avviare una seria riflessione politica” dopo aver assistito a “una frattura con il mondo di valori nei quali ho sempre creduto”. Oggi Carfagna affida a una lettera pubblicata da La Stampa le motivazioni che l’hanno portata alla decisione di lasciare Forza Italia e ad entrare nel Misto.

La lettera di addio di Mara Carfagna: “Ecco perché ho deciso di lasciare Forza Italia”

“La revoca della fiducia al governo Draghi – spiega la ministra – ha segnato una radicale  inversione di marcia e una evidente sottomissione all’agenda della destra sovranista, che chiedeva di anticipare il voto per incassare subito una probabile vittoria”. Uno strappo che però avviene ai danni di un esecutivo “non solo utile, ma necessario” mentre “tre emergenze nazionali e internazionali mettono a dura prova le sicurezze dei cittadini”. Il conseguente scioglimento delle Camere da parte del Presidente della Repubblica e il rimando alle urne il 25 settembre ha fatto piombare il Paese in una campagna elettorale lampo nella quale sono partiti i primi slogan su “pensioni ed extra-deficit” e sulla “grancassa dell’immigrazione”, temi che “confermano una cifra demagogica che contraddice qualunque seria responsabilità di governo” e che fanno cadere “l’imprinting moderato che il centrodestra aveva conservato per quasi un trentennio, malgrado il progressivo ridimensionamento di Forza Italia”. Il partito che oggi vede come colpevole di aver destituito Mario Draghi, il premier “più ascoltato e prestigioso d’Europa”. “Bisognerà cominciare a cucire un nuovo abito per l’Italia – conclude – moderata, europeista, liberale, garantista, fedele al patto occidentale e alla parola data agli elettori”.

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