Dalla flat tax al pos, fino alle pensioni minime: tutte le promesse di Meloni&co. “sparite” dalla Manovra

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-12-20

Alcune erano delle vere e proprie bandiere della campagna elettorale. Ma si sono sciolte come neve al sole

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Avanti, retromarcia. La Manovra 2023, ancora in attesa di approvazione da parte del Parlamento (con gli emendamenti rimasti impantanati in Commissione), è l’esatto emblema di un principio storico e politico: fare opposizione è molto più facile che governare. E l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni non è riuscito a smentire questo assunto: buona parte delle promesse fatte in campagna elettorale si sono sciolte come neve al sole. E anche quelle nate sotto il tiepido tepore autunnale si sono spente davanti alle evidenze di conti da rispettare e soldi non facili da trovare per le coperture.

Manovra 2023, la fine delle promesse fatte da Meloni, Salvini e Berlusconi

Ed ecco la resa dei conti. La più emblematica delle promesse fatte e non mantenute riguarda i pagamenti elettronici. Per settimane, come previsto dal testo della Legge di Bilancio licenziata dal Consiglio dei Ministri, si è ballato attorno all’innalzamento della soglia (si partiva dallo zero) per far scattare l’obbligo – da parte dell’esercente o di chi offre servizi – di accettare il Pos. Si era partiti dai 40, poi si era saliti fino a 60 per poi scendere a 30. Alla fine, di tutto ciò non è rimasto e non rimarrà nulla: resteranno le sanzioni (come previsto da un impianto normativo definito diversi anni fa e anticipato, negli effetti, dal governo Draghi) per tutti quei commercianti che non accetteranno pagamenti elettronici. Per qualsiasi cifra.

Eppure quella sul pos era diventata una battaglia di principio di questo governo. Salvini ha definito, per esempio, “rompipalle” tutti quei cittadini che vogliono pagare un caffè con la carta. Meloni e gli esponenti del suo governo hanno parlato di “moneta privata”, di soldi alle banche e altre questioni che si sono infrante sugli scogli delle promesse insostenibili: perché l’obbligo POS faceva parte degli obiettivi per ottenere parte dei fondi europei destinati al PNRR.

La flat tax e altre storie fantastiche

E poi, ve la ricordate la storia di quanto fosse bella la flat tax? Nei programmi di Lega e Forza Italia si parlava di cifre (15 e 23% e suddivisioni in base a una scala di redditi). Nel programma condiviso della coalizione di centrodestra, si parlava – senza entrare nei dettagli – di una tassa piatta standard. E alla fine si è optato per una flat tax per gli autonomi (al 15%) innalzata fino alla fascia 65mila/85mila. Una sorta di piccola carezza dopo aver sventolato la bandiera per tutta la campagna elettorale. La classica montagna che ha partorito il topolino.

E nell’elenco di narrazioni fantastiche e dove trovarle, ecco il cavallo di battaglia di Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia – dopo aver promesso anche il dentista gratis per gli anziani – aveva detto che il primo obiettivo del governo di centrodestra sarebbe stato l’aumento delle pensioni minime a mille euro. Che fine ha fatto quell’obiettivo? Ci sarà un piccolissimo ritocco (e a tempo): pensioni minime alzate a 600 euro per gli over 75. Ma c’è di più: il governo non ha predisposto un piano pluriennale per rendere effettivo e continuativo nel tempo questo aumento. I fondi stanziati nella Manovra 2023, infatti, copriranno solo le esigenze fino al 31 dicembre 2023. Poi se ne riparlerà nella legge di Bilancio del 2024. E la norma potrebbe anche non essere rinnovata. E, sempre parlando di pensioni, ricordate quando Salvini diceva – ancora una volta – “cancelleremo la legge Fornero?”. Ecco, nessuna modifica sostanziale è stata fatta in quella direzione, se non uno scivolo – chiamato “quota 41” – che avrà effetti intangibili sui pensionati (così come accadde con quota 100).

Manovra 2023, dalle promesse al caos

E se la maggior parte delle misure bandiera annunciate in campagna elettorale si sono scontrate con la realtà (fatta di soldi e coperture economiche), anche altri casi spinosi non hanno trovato il punto di atterraggio. Partendo dal tetto ai contanti, con un balletto simile a quello dell’obbligo pos che è arrivato al paradosso solo qualche ora fa: un emendamento al testo della Manovra 2023 in discussione in Commissione Bilancio per riportare il limite all’uso dei contanti a mille euro. Giorgetti, Ministro dell’Economia, ha parlato di errore della Ragioneria che sarà corretto (e si tornerà a 5mila euro). Ma oltre a questo c’è stato il caos Superbonus (con un togli e metti tipico di Karate Kid) e la confusione attorno a Opzione Donna. In compenso, aumentano le accise sulle sigarette (e i tabacchi in generale) e è stato dimezzato lo sconto sui carburanti voluto dal governo Draghi. Stupirsi? Assolutamente no. È la differenza tra fare il facile lavoro dell’opposizione e governare. Ovvero tra la fantasia e la realtà.

(foto IPP/EP)

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