Fatti
La manifestazione antifascista di Macerata si farà, il PD non ci sarà per ragioni elettorali
Alessandro D'Amato 10/02/2018
La clamorosa marcia indietro di prefettura e ministero che avevano annunciato il divieto. E l’assenza del Partito Democratico che ha paura dei sondaggi
“Qualora non intervenga l’auspicato senso di responsabilità si provvederà a vietare lo svolgimento delle stesse ai sensi di legge”, diceva il prefetto di Macerata Roberta Preziotti sulla manifestazione antifascista di sabato a Macerata. E infatti la manifestazione si svolgerà regolarmente. Promossa dai centri sociali, aderiscono sigle come Emergency e numerosi militanti di Anpi e Arci, i cui vertici hanno preferito raccogliere l’invito del sindaco Carancini a “rispettare il dolore” della città evitando iniziative potenziali causa di tensioni.
La manifestazione antifascista a Macerata si farà
Minniti aveva chiesto di fermare i raduni ascoltando l’appello del sindaco Romano Carancini, che aveva chiesto silenzio (e oggi «per coerenza» non sarà in piazza) senza far differenze tra fascisti e antifascisti. La manifestazione è alle 14 ai giardini Diaz. Alle 15,30 si va in marcia intorno alle mura, il percorso autorizzato è un anello di 3.200 metri che torna ai giardini Diaz. Le scuole sono chiuse e i trasporti pubblici sono interrotti, a dimostrazione del fatto che il sindaco vuole tenere il punto. Ma la retromarcia del ministero testimonia tutta la confusione ideologica e politica in cui in questo momento si trova il Partito Democratico.
In prima fila sfileranno la delegazione dell’Arci guidata dalla presidente Francesca Chiavacci, la segretaria della Fiom Francesca Re David insieme con Gino Strada e il gruppo di Emergency, l’Anpi romana in dissenso con quella nazionale, Libera di don Ciotti. Liberi e uguali sarà presente con un gruppo di parlamentari. Ci sarà Pippo Civati che attacca: «Ci sarebbe dovuto essere un presidio di Palazzo Chigi a Macerata per indicare che le istituzioni sono qua. La nostra presenza di parlamentari è anche per segnalare che la Repubblica c’è, non certo per andare a gridare contro Minniti ». Presenti Nicola Fratoianni, Davide Zoggia, Giovanni Paglia, l’europarlamentare Elly Schlein, Daniele Farina. Sfilerà Potere al popolo. In piazza anche +Europa con il segretario radicale Riccardo Magi.
Il PD non ci sarà per ragioni strategiche elettorali
Il Partito Democratico invece non ci sarà per ragioni strategiche elettorali. Secondo il piccolo plotone di raffinati strateghi che hanno già portato il PD al trionfo a Roma, Torino e in ultimo ad Ostia andare in piazza sarebbe controproducente con le elezioni alle porte: come si diceva qualche giorno fa, la destra e la sinistra perseguono due obiettivi diversi; quello della sinistra però è smaccatamente elettorale e dimostra la scarsa lungimiranza degli attuali dirigenti, tutti proiettati al 4 marzo invece che a comprendere che una resa oggi è una sconfitta domani.
Matteo Renzi è quindi inchiodato nella linea del low profile e nel partito lo seguono tutti quelli che hanno trovato nel segretario via, verità e vita oltre alla poltrona assicurata al secondo giro. Tra i renziani che invece non hanno paura di contraddire il capo invece gli umori sono molto diversi:
Per Delrio la via maestra resta la denuncia pubblica, tanto è vero che per primo ha infranto il muro di prudenza innalzato dal segretario. Da tempo, d’altra parte, il ministro scruta l’orizzonte con preoccupazione, perché sente il «vento dell’estremismo». E certo non aiuta, anche se non c’entra nulla con i fatti di Macerata, il fatto che con Renzi i rapporti si siano complicati a causa del repulisti sulle liste elettorali. I due si parlano poco o niente, da allora. Nulla di irrecuperabile, naturalmente.
In fondo, anche il dialogo tra Renzi e Minniti ha balbettato parecchio dopo il rush sulle candidature. Sulla gestione dell’emergenza Macerata, però, il ministro ha fatto un passo indietro dalla politica, dedicandosi soltanto alla gestione dell’ordine pubblico. Ha ringraziato Anpi e compagni per aver annullato la manifestazione, dopo l’appello del sindaco di Macerata. E ieri ha accompagnato la prefettura nella decisione sul corteo dei centri sociali. Difficile, d’altra parte, immaginare che abbia mai pensato di vietare una manifestazione antifascista a cui partecipano anche associazioni e partiti rappresentati in Parlamento.
Anche questa volta il 4 marzo più importante dei valori fondanti del Partito Democratico. E se tutto ciò rappresenta oggettivamente un vantaggio per gli avversari a sinistra, non importa: lo stratega non se n’è accorto.