“Deluso da Meloni”, come in 20 giorni si sono logorati i rapporti tra Francia e Italia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-11-11

Le parole di Emmanuel Macron sulla mossa del governo italiano sui migranti e quella che sembra essere la fine di un rapporto internazionale mai iniziato

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Quell’incontro sul terrazzo di un noto hotel del centro di Roma sembrava essere l’inizio di rapporti internazionali che sarebbero andati al di là di vecchie tensioni e dichiarazioni al vetriolo del passato. Una favola durata pochissimi giorni, con i rapporti tra la Francia e l’Italia che hanno immediatamente registrato una pesante battuta d’arresto. Perché Emmanuel Macron si è detto profondamente deluso dal comportamento di Giorgia Meloni (e del governo che guida) sulla gestione degli sbarchi – si fa riferimento al caso Ocean Viking (con a bordo 230 persone soccorse nel Mediterraneo), approdata questa mattina nel porto di Tolone, ma non solo – e la polemica sui ricollocamenti.

Macron-Meloni, le tensioni tra Italia e Francia sui migranti

Il primo a parlare – dopo gli annunci e la decisione dell’Italia di non offrire un porto sicuro agli esseri umani salvati dalla nave Ocean Viking – è stato il ministro dell’Interno transalpino Gerald Darmanin che ha accusato l’Italia

“per la sua scelta  incomprensibile di non accogliere l’Ocean Viking. La Francia aprirà alla nave il porto di Tolone con i suoi 234 migranti a bordo. Sarà accolta venerdì. La Francia deplora molto profondamente che l’Italia abbia fatto la scelta di non considerarsi come uno Stato europeo responsabile. La Francia adotterà, nelle prossime ore, misure di rafforzamento dei controlli alle nostre frontiere interne con l’Italia. Il rafforzamento delle nostre frontiere tra Francia ed Italia dimostrerà purtroppo che noi possiamo anche impedire un certo numero di passaggi attraverso la frontiera italiana. La Francia trarrà tutte le conseguenze dell’atteggiamento italiano anche sugli altri aspetti della relazione bilaterale tra i due Paesi”.

Da lì l’invito agli altri Paesi UE di sospendere il meccanismo di ricollocamento di quegli esseri umani sbarcati (non solo gli ultimi, ma anche quelli che sono ancora in attesa di essere trasferiti fuori dal nostro Paese) sulle coste italiane, con la sospensione del ricollocamento di circa 3.500 persone che stavano attendendo il via libera per passare dall’Italia alla Francia. E la reazione del governo nostrano non si è fatta attendere, con le parole di un Ministro riportate da Il Corriere della Sera:

“Quelle di Parigi sono minacce ridicole, vogliono toglierci i soldi? Vorrà dire che non faremo attraccare più nessuno, le Ong andranno da qualche altra parte”.

Poi ci sono le parole del Presidente francese che sottolineano come il rapporto Macron Meloni sia già arrivato ai minimi storici nonostante i tentativi di contatto su quella terrazza dell’hotel di Roma.

“Sono deluso, si sta comportando male”.

Perché queste parole? Non solo per la gestione del caso Ocean Viking, ma anche per quella che da Parigi considerano una forzatura. Ancor prima della conferma ufficiale del porto sicuro – quello di Tolone – concesso dalla Francia alla nave ong, Palazzo Chigi aveva pubblicato una nota in cui dava per assodato quello che non sembra essere un accordo tra i due Paesi:

“Esprimiamo il nostro sentito apprezzamento per la decisione della Francia di condividere la responsabilità dell’emergenza migratoria, fino ad oggi rimasta sulle spalle dell’Italia e di pochi altri stati del Mediterraneo, aprendo i porti alla nave Ocean Viking”.

Una mossa che sembra aver toccato nervi scoperti con riflessi sui rapporti internazionali. Non solo quelli Macron-Meloni, non solo quelli tra Italia e Francia. Ma anche quelli tra il nostro Paese e il resto d’Europa. Il tutto sulla pelle degli esseri umani.

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