M5s contro Toninelli “scansafatiche”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-25

C’è una fronda interna nei confronti del ministro, considerato disinteressato alle interrogazioni e alle richieste dei parlamentari grillini

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Il Giornale in un articolo a firma di Pasquale Napoletano ci racconta che nel MoVimento 5 Stelle c’è maretta nei confronti del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, additato come “scansafatiche” perché non risponde alle interrogazioni e alle segnalazioni che provengono dai parlamentari grillini:

L’atto di accusa nella narrazione pentastellata è più grave: Toninelli è un ministro pigro, non ha voglia di lavorare. Non risponde alle interrogazioni e non si occupa dei problemi che i parlamentari, da Nord a Sud, gli sottopongono. Malumori cresciuti nelle ultime settimane, fino a diventare un problema politico per il vicepremier Luigi Di Maio, impegnato a sedare gli animi dei dissidenti.

Del gruppo dei congiurati farebbero parte i parlamentari Gregorio De Falco, Fabio De Micco, Vincenzo Presutto, Franco Ortolani, Luigi Gallo, Paolo Nugnes. Molti sono esponenti dell’ala ortodossa, vicina al presidente della Camera Roberto Fico, in conflitto permanente con i colleghi legati alla corrente di Di Maio. A sostegno della propria battaglia la fronda ha stilato un elenco delle interrogazioni, mai prese in considerazione dal ministro: 19 settembre sul grande progetto per l’adeguamento ferroviario dell’area metropolitana nordbarese, 17 luglio sui lavori per il waterfront del porto di Napoli, 26 luglio gestione dei fondi per le autorità portuali.

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via Twitter.com

Il ministro insomma è sempre più in bilico:

Un atto di accusa che diventa preludio a una sfiducia politica nei confronti del ministro. La crociata anti-Toninelli si incrocia con l’altra battaglia, che gli ortodossi stanno portando avanti contro il decreto sicurezza del ministro dell’Interno Matteo Salvini. I senatori Paola Nugnes e Gregorio De Falco sono i firmatari di alcuni emendamenti che costituirebbero una mina esplosiva per il decreto.

E per l’alleanza tra la Lega e il Movimento Cinquestelle. Di Maio pensa a un compromesso: la testa del ministro è la contropartita ad un percorso blindato, senza emendamenti, al decreto sicurezza.

Ma, come sappiamo, De Falco non sembra d’accordissimo con il ritiro degli emendamenti al decreto sicurezza.

Leggi sull’argomento: Il De Falco furioso contro Di Maio e il M5S

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