M5S, l’espulsione di Paragone e la rabbia di Di Battista

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-01-02

Il senatore viene cacciato il primo gennaio per non aver votato la fiducia, come aveva già fatto a settembre senza ricevere sanzioni. L’ex deputato si schiera con lui e contro Di Maio

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Come si immaginava, il MoVimento 5 Stelle ha cacciato Gianluigi Bombatomica Paragone il primo gennaio e la novità è che stavolta Alessandro Di Battista non copre Di Maio ma va a esprimere il suo dissenso nel thread aperto da un’attivista.

M5S, l’espulsione di Paragone e la rabbia di Di Battista

L’esecuzione di Paragone si sostanzia alle 20,50, quando le agenzie di stampa vengono informate della sanzione nei confronti del senatore a causa delle assenze durante i voti di fiducia per il governo Conte. Il M5S avrebbe dovuto muoversi il 10 settembre scorso, quando Paragone (con Ciampolillo) non aveva votato la fiducia per la prima volta. Non lo ha fatto cercando di lasciar correre e a quel punto Paragone, che aveva una gran voglia di farsi cacciare, ha passato i successivi tre mesi a sfottere Di Maio finché non è stato cacciato.

gianluigi paragone

Con questa espulsione si assottigliano dunque i numeri del Movimento 5 Stelle al Senato. Solo il mese scorso tre senatori Ugo Grassi, Francesco Urraro e Stefano Lucidi sono passati alla Lega. E esattamente un anno fa venivano espulsi i senatori Gregorio De Falco e Saverio De Bonis per “reiterate violazioni dello statuto” mentre a giugno era stata espulsa la senatrice Paola Nugnes. A settembre la senatrice del M5s Gelsomina Vono aveva aderito al gruppo Italia Viva mentre a novembre del 2019 la senatrice Elena Fattori era passato al gruppo Misto. La situazione a Palazzo Madama è quindi sempre più precaria e nelle prossime settimane non si escludono altri addii nelle file pentastellate.

La solidarietà di Di Battista

La novità rispetto alle altre espulsione di personaggi eccellenti (l’ultimo è stato Gregorio De Falco) è che stavolta il dissenso interno è altissimo. La pagina del senatore è piena di attivisti ed elettori grillini infuriati per la scelta. E ad essi si è aggiunto ieri sera Alessandro Di Battista, che ha scritto: “Gianluigi è infinitamente più grillino di molti che si professano tale. Non c’è mai stata una volta che non fossi d’accordo con lui. Vi esorto a leggere ciò che dice e a trovare differenze con quel che dicevo io nell’ultima campagna elettorale che ho fatto. Quella da non candidato, quella del 33%. Buon anno a tutti amici mie(i)”.

gianluigi paragone alessandro di battista

Sul suo profilo Facebook, Paragone ha pubblicato la fotografia di una scritta a mano in stampatello su carta intestata del Senato: “Sono stato espulso dal nulla. C’era una volta il 33%”, si legge.

gianluigi paragone alessandro di battista 1

In un’intervista rilasciata al Corriere Paragone promette battaglia:

«lo espulso? Non è così, no». La prima risposta è sorprendente e costringe a rifare la domanda. Senatore Paragone, la notizia è sulle agenzie di stampa e rimbalza su tutti i siti. Lei ha votato contro la legge di Bilancio è si è astenuto nel voto sulle dichiarazioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. È stato cacciato, oppure no? «Sono stato espulso dal nulla». Sta giocando, o fa sul serlo? «Quando perdi due elettori su tre, ti espelle il nulla». Vuole dire che i 5 Stelle sono il nulla? «Diciamo che io sono uno dei tanti elettori espulsi dalla incoerenza dei vertici». Ha parlato con Luigi Di Maio? VI siete salutati? «Ma no… Di tutte queste cose parlerò nelle prossime ore». Farà ricorso contro la decisione dei probiviri? L’Agi scrive che il Collegio ha giudicato insufficiente la sua memoria difensiva. Conferma? «Vediamo, aspettiamo». Davvero intende ricorrere alla giustizia ordinaria e, se necessario, al ministro Guardasigilli, Alfonso Bonafede? «Da domani ci divertiamo».

La stessa frase detta da Federico Pizzarotti a Casaleggio dopo l’annuncio dell’espulsione.

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