In pensione tre anni prima: come M5S e Lega vogliono superare la Fornero

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-05-14

Il ritorno alle pensioni di anzianità targate Lega-M5S abbasserebbe di circa tre anni il termine legale di uscita dal mercato del lavoro. Si ripartirebbe dai 64 anni minimi

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Il governo Lega-M5S avrà nel mirino l’abolizione della pensione anticipata e il ripristino della pensione di anzianità con 41 anni e cinque mesi di contributi, indipendentemente dall’età o quota 100 (101 per gli autonomi) con il meccanismo delle quote. Un meccanismo, quest’ultimo, che prevederebbe comunque un’età minima di 64 anni. Il Sole 24 Ore spiega oggi in un articolo di Davide Colombo le intenzioni dei due partiti:

La nuova flessibilità verrebbe introdotta con paletti molto stretti, per esempio una contribuzione figurativa non superiore ai 2 o 3 anni per accedere alle nuove anzianità che, secondo le stime fatte dal supertecnico della Lega, Alberto Brambilla, non costerebbe più di 5 miliardi l’anno. «Il nostro lasciapassare per l’Europa e per i mercati – spiega al Sole 24 Ore Brambilla – è il mantenimento degli stabilizzatori automatici, ovvero l’adeguamento dei requisiti alla speranza di vita e i coefficienti di trasformazione. Senza quelli diventa difficile difendere la nuova flessibilità che vogliamo».

Per quanto riguarda le coperture per il superamento della Fornero il tecnico della Lega conferma la ricetta presentata alla vigilia del tavolo politico: verrebbe chiusa l’Ape sociale e rivisti i trattamenti per i gravosi. Si punterebbe di più sui fondi di solidarietà per finanziare le uscite anticipate e si utilizzerebbe parte della “dote” legata alle decontribuzioni per i neo-assunti per finanziare una sorta di “superammortamento selettivo” per le assunzioni nelle aziende più dinamiche.

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La legge Fornero oggi (Il Sole 24 Ore, 14 maggio 2018)

Di sicuro c’è che il ritorno alle pensioni di anzianità targate Lega-M5S abbasserebbe di circa tre anni il termine legale di uscita dal mercato del lavoro. Si ripartirebbe, come detto, dai 64 anni minimi per chi intercetta quota 100 (o 101) con 36 o 37 anni di contributi (contro i 67 anni previsti dal 2019), mentre nel caso di uscita con 41 anni di contributi senza limiti di età lo “sconto” è da calcolare tenendo conto del fatto che dal gennaio prossimo, a normativa invariata, servirebbero 43 anni e tre mesi per gli uomini e 42 anni e tre mesi per le donne.

Di fatto i 41 anni e 5 mesi della “nuova flessibilità” annunciata coinciderebbero con un’estensione a tutti i lavoratori del requisito di anticipo già previsto dal 2019 per i lavoratori precoci, chi cioè ha almeno un anno di impiego e contributi versati prima dei 19 anni di età.

Leggi sull’argomento: Il mistero del presidente del Consiglio del governo Lega-M5S

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