Economia
L'UPB fa a pezzi la manovra di Renzi e Padoan
neXtQuotidiano 07/11/2016
Misure frammentarie destinate a finalità diverse difficilmente riferibili a un disegno organico di politica economica. Interventi sulle famiglie modesti. E molti dubbi sulle coperture. La Legge di Stabilità Elettorale non è piaciuta all’Ufficio Parlamentare di Bilancio
Misure frammentarie destinate a finalità diverse difficilmente riferibili a un disegno organico di politica economica. Interventi sulle famiglie modesti. E molti dubbi sulle coperture. Il presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, Giuseppe Pisauro, in audizione in Parlamento sulla Legge di Stabilità 2017 non risparmia le critiche alla manovra di Renzi e Padoan.
L’UPB fa a pezzi la manovra di Renzi e Padoan
La legge di bilancio e il decreto fiscale si caratterizzano per la presenza di “alcuni interventi di ampia portata (in particolare a sostegno degli investimenti privati) e molte misure frammentarie destinate a finalità diverse difficilmente riferibili a un disegno organico di politica economica”, dice l’UPB che critica anche la rottamazione delle cartelle, che, “consentendo ai contribuenti di estinguere il debito di imposta al netto di sanzioni e interessi di mora finisce per premiare i contribuenti meno meritevoli e per questa via può contribuire a indebolire il senso di obbedienza fiscale della platea dei contribuenti”. Non solo: il gettito della voluntary-bis rischia di essere sovrastimato, tenuto conto che i criteri di adesione risultano sostanzialmente invariati rispetto alla prima edizione, mentre dalla sanatoria sono esclusi i soggetti che hanno ne hanno già usufruito. Più in generale le misure una tantum (estinzione agevolata dei debiti fiscali 2000-2015, voluntary, accelerazione delle liquidazioni IVA, asta delle frequenze) “costituiscono circa metà delle maggiori entrate nette (complessivamente 6,3 miliardi)”, segnala l’UPB a cui la Legge di Stabilità Elettorale non deve essere piaciuta molto.
Così come non pare aver apprezzato le previsioni di crescita: “Il raggiungimento dell’obiettivo di crescita dell’1% nel 2017 richiederebbe un profilo di ripresa trimestrale mediamente più intenso (e più continuo) rispetto a quello sperimentato nel 2016. Sulle prospettive per il prossimo anno pesano inoltre fattori di rischio soprattutto di origine internazionale, in primo luogo l’incertezza sulla dinamica del commercio mondiale”. C’è di più: le misure in ambito pensionistico contenute nella legge di bilancio, tra le quali l’introduzione dell’Ape e l’estensione della quattordicesima, ”affrontano in modo specifico alcune situazioni di emergenza ma al di fuori di un disegno organico”. E gli interventi a sostegno della famiglia previsti nella manovra di bilancio “sono di modesta entità, frammentari e non selettivi dal punto di vista dei mezzi e andrebbero ad affiancare e talvolta a sommarsi a misure già esistenti sottraendo risorse al raggiungimento di finalità non ancora assolte”.
L’equilibrio dei conti a rischio
Infine l’UPB offre la sponde all’Europa sulle regole di bilancio: “Vi sono alcune difficoltà nel collocare un piano straordinario di prevenzione in un quadro di eccezionalità ai fini delle regole europee”, dice Pisauro a proposito della richiesta del governo di considerare il terremoto una spesa eccezionale ai fini del deficit. “Lo spazio richiesto (0,2 punti percentuali di Pil) non comprende solo nuove risorse, ma anche l’impatto sui conti di misure adottate negli scorsi esercizi (già presenti nel bilancio a legislazione vigente) legate a più generali finalità di ristrutturazione del patrimonio immobiliare e all’efficienza energetica”, spiega l’Autorità indipendente in audizione alla Camera sulla legge di Bilancio. Inoltre, “la richiesta di esclusione per il solo 2017 non sembrerebbe coerente con la dimensione necessariamente pluriennale di un eventuale piano di prevenzione sismica”. E “L’effetto sull’equilibrio dei conti non è privo di rischi, Non tanto per l’incremento delle spese in conto capitale in disavanzo, dato il carattere non permanente di queste spese e gli effetti che esse potranno avere sulla crescita economica – spiega – quanto per l’assunzione di impegni permanenti dal lato delle spese correnti (in particolare per le pensioni e il pubblico impiego) compensati solo in parte da entrate permanenti e certe”. In particolare, continua Pisauro, “il mantenimento della clausola di aumento dell’Iva e, anzi, il suo rafforzamento nel 2019 con la finalità di garantire la tenuta dei conti rendono difficile identificare gli obiettivi della programmazione di bilancio di medio termine. Per il secondo anno consecutivo, l’intervento più rilevante della manovra di finanza pubblica è l’annullamento dell’aumento delle aliquote Iva per l’anno successivo. Nell’ipotesi che vi sia l’intenzione di disattivare la clausola anche negli anni seguenti, lo stesso scenario sembra destinato a riproporsi nei futuri progetti di bilancio”.