Il lungo addio di Antonella Giglio all'AMA

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-05-13

La manager chiamata sei mesi fa è stata cacciata dalla giunta Raggi. Ma non ha ancora dato le dimissioni perché manca la buonuscita. Altri soldi spesi, altro management da trovare: siamo al quarto cambio in 11 mesi

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Era stata individuata nel novembre scorso per sostituire Alessandro Solidoro al vertice dell’AMA e doveva restare in carica per tre anni. Antonella Giglio è invece in uscita dall’azienda municipalizzata dei rifiuti romani e a quanto pare a darle il benservito è stata la sindaca Virginia Raggi. Ma c’è un problema: la buonuscita. La Giglio, arrivata in carica in quella che sembra un’era geologica fa, ovvero quando al vertice dell’assessorato c’era ancora Paola Muraro, viene considerata tra i responsabili dell’emergenza rifiuti che ha coinvolto anche AMA e le si imputa anche una scorretta gestione della vicenda della discarica di Colleferro.

Il lungo addio di Antonella Giglio all’AMA

Ma a quanto pare il lungo addio di Antonella Giglio all’AMA avrà strascichi. Giovedì scorso, durante l’assemblea, la Giglio aveva fatto mettere a verbale la sua intenzione di dimettersi, senza però la formale accettazione dei soci. Poi, racconta il Messaggero, è successo il patatrac:

Poi, dopo aver capito che non avrebbe ricevuto l’attesa buonuscita, ha inviato una mail sulla casella di posta elettronica certificata dell’azienda per ritirare le sue dimissioni. Palazzo Senatorio vuole comunque proseguire sulla sua strada. Così nella prossima assemblea, convocata per lunedì alle 15,tenterà di forzare la mano: accettando il passo indietro inizialmente annunciato (e scritto sul verbale) da Giglio e nominando contestualmente i tre membri del nuovo consiglio di amministrazione.
Un’accelerazione che, a meno che non si trovi un’intesa tra le parti, porterà verosimilmente a un’azione legale da parte della numero uno uscente di via Calderon de la Barca, che tenterà di far valere la sua formale comunicazione di ritiro delle dimissioni, inviata prima che l’assemblea formalizzasse il cambio al vertice della municipalizzata.

ama rifiuti roma
Il ciclo dei rifiuti a Roma (Corriere della Sera, 30 gennaio 2017)

Quello che sembra prevedibile è che si andrà quindi alle carte giudiziarie per la buonuscita. Oppure a un accordo extragiudiziale che comunque costerà tanto ai cittadini romani.

L’AMA senza guida

E in ogni caso ciò che spaventa è la capacità della sindaca di essere una mangia-manager senza pietà. Da quando Virginia Raggi è arrivata al Campidoglio prima non è stata capace di trovare un’intesa con i manager che ha trovato (ai quali aveva promesso comunque la possibilità di chiudere il mandato), come Daniele Fortini il quale aveva chiesto all’amministrazione di attivarsi per spingere a commissariare il Colari nel giugno scorso. La sindaca e il suo “staff” rifiutarono: nell’aprile scorso sono stati costretti a farlo lo stesso per fronteggiare l’emergenza rifiuti che intanto scoppiava.

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Il ciclo dei rifiuti a Roma (Corriere della Sera, 30 gennaio 2017)

Poi sono arrivati Solidoro e Bina, il primo ha già salutato nel frattempo. Adesso, e siamo a 11 mesi di amministrazione da parte della Raggi, tocca alla Giglio fare le valigie. Le consigliere del Pd capitolino Valeria Baglio e Ilaria Piccolo chiosano: «O c’è una sorta di maledizione oscura che tormenta l’azienda o M5S non sa scegliere i propri manager. Molto piu’ probabile la seconda ipotesi se messa in relazione alla farsa dei 140 curricula che avrebbero dovuto essere esaminati dalla commissione ambiente per la scelta del nuovo CdA dell’azienda capitolina. Quando si tratta di poltrone, M5S somiglia sempre più alla vecchia partitocrazia dilaniata da guerre intestine tra correnti e condita da tanta incapacità quanto arroganza. Purtroppo come nell’emergenza rifiuti di questi giorni è la città a pagare il prezzo più caro. La coincidenza tra il caos rifiuti e la ‘sarabanda manageriale’ in Ama non e’ casuale, ma è l’inevitabile conseguenza di un’amministrazione pasticciona e inadeguata che rende più costosa e discontinua la gestione dei servizi ambientali (con il ricorso, come in queste ore, alla predisposizione di Task force) e la stessa direzione aziendale. Ai continui cambi di vertici seguono, infatti, pesanti ripercussioni economiche dovute alle buone uscite contrattuali dei manager. Alcune domande sorgono spontanee: Quanto costerà all’Ama l’uscita di scena della dr.ssa Giglio? E quanto costera’ l’insediamento del nuovo CdA? A quanto ammontano i costi complessivi delle rimozioni dei manager di Ama effettuati in questi 10 mesi?»

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