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Le assurde giustificazioni del dirigente di Fratelli d’Italia fotografato mentre fa il saluto romano
neXtQuotidiano 31/12/2021
Il membro della Direzione nazionale di Fratelli d’Italia Luigi Rispoli commenta a Fanpage la foto che lo ritrae mentre fa il saluto romano in piazza a Napoli dopo le celebrazioni per il 40esimo anniversario del Msi
Il saluto romano in piazza a Napoli un atto fascista? Ma no, soltanto una trovata tra amici che non si vedono da tanto tempo. Parola di Luigi Rispoli, membro della Direzione nazionale di Fratelli d’Italia e candidato alle ultime elezioni comunali, che in un’intervista a Fanpage ha commentato la vergognosa fotografia che lo vede insieme ad una trentina di persone mentre fa il braccio teso, circondato da militanti del partito di Giorgia Meloni come Alfredo Catapano, anche lui in corsa per il consiglio comunale, o Pietro Diodato, cacciato soltanto qualche mese fa per essersi candidato con la lista civica di Catello Maresca. L’occasione per la rimpatriata nostalgica erano le celebrazioni del 40esimo anniversario del Movimento sociale italiano, il partito di ispirazione neofascista fondato dopo la Seconda Guerra Mondiale che nel simbolo porta la fiamma tricolore presente anche nel logo di Fratelli d’Italia.
Le assurde giustificazioni del dirigente di Fratelli d’Italia fotografato mentre fa il saluto romano a Napoli
“Era un incontro fra ex militanti del Msi di Napoli – dice Rispoli – alcuni di noi non si vedevano da vent’anni. Io sono un politico e sono stato nelle istituzioni italiane. Credo nella nuova destra e negli sforzi che sta facendo Giorgia Meloni in Fratelli d’Italia. Mi fa meraviglia, francamente, questo clamore”. Come faccia a stranirlo l’eco intorno alla vicenda resta inspiegabile: la leader del suo partito, Giorgia Meloni, ha passato settimane a cercare goffamente di smarcarsi dalle accuse di fascismo provenienti in particolare dal giornale online diretto da Francesco Cancellato in seguito all’inchiesta “Lobby Nera” sui legami tra il suo braccio destro, l’europarlamentare Paolo Fidanza, e alcuni personaggi del neofascismo italiano. Alla fine, faticosamente, in un’intervista al Corriere della Sera aveva detto: “Nel dna di Fratelli d’Italia non ci sono nostalgie fasciste, razziste e antisemite. Non c’è posto per nulla di tutto questo”. E una scena del genere non dovrebbe generare clamore?
Rispoli (FdI) sminuisce il gesto del saluto romano
“Mi rendo conto che paghiamo un peccato d’origine che non ci toglieremo mai di dosso. Menomale che la gente è stufa di queste cose, ormai ne parlano solo gli addetti ai lavori”, dice Rispoli, ignorando che la legge Mancino dice che il saluto romano è reato, e una sentenza della Corte di Cassazione del 2018 ha sancito che non lo è “solo se è un atto commemorativo”. Non il caso in questione, quindi, visto che Rispoli stesso ha smentito si trattasse di una celebrazione ufficiale dicendo che si trattava tuttalpiù di “un nostro segno distintivo di comunità”. “Siamo accomunati dalla nostalgia personale – ha spiegato – non da quella politica. Nella politica guardiamo al futuro”. Quel saluto quindi per Rispoli “non era un voluto richiamo al fascismo che fu una epoca letteralmente irripetibile”. Il solito teatro: lanciare il sasso e nascondere la mano.