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Luigi Patronaggio: la macchina del fango sul magistrato che accusa Salvini

Giovanni Drogo 27/08/2018

Luigi Patronaggio è da giorni vittima di un’intensa campagna di odio che lo identifica come “amico dei migranti” e “pappa e ciccia” con Renzi e Orlando. Lo stesso genere di accuse fatte nel 2011 dai neonazisti di Stormfront nei confronti di un altro giudice che si occuperà del caso Diciotti

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Gli atti dell’indagine a carico del ministro dell’Interno Matteo Salvini per la vicenda della nave Diciotti sono stati trasferiti dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio alla procura distrettuale di Palermo. Nel frattempo però il magistrato è finito nel mirino dei difensori d’ufficio del segretario della Lega e di quei giornali che hanno “scoperto” che il procuratore agrigentino è “amico dei migranti”.

Luigi Patronaggio, il “buonista” che indaga su Salvini

Qualche tempo prima di salire a bordo della Diciotti Patronaggio disse – durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario – che «in un’area di frontiera come Agrigento, e quindi Lampedusa, bisogna fare i conti con il fenomeno dei migranti tenendo conto che si tratta di persone costrette a lasciare con dolore terra e affetti, a fuggire da guerra e miseria». Niente di scandaloso, ovviamente, perché è noto che la maggior parte delle persone che prendono il mare per venire in Italia stiano scappando da situazioni di grande sofferenza (guerre, persecuzioni o molto più “semplicemente” fame).

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Patronaggio in quell’occasione disse che non bisogna considerare “nemici” i migranti. Posizione che è stata subito utilizzata per dire che il Pm che indaga Salvini è uno che considera “amici i migranti”. Anche se il magistrato è una persona che sa benissimo distinguere la complessità dei fenomeni migratori e non è certo uno che abbia mai detto che bisogna accogliere tutti ad ogni costo. Oppure c’è stato chi ha scritto che Patronaggio è un “eroe della sinistra” perché ha indagato Salvini proprio “come voleva Saviano”.

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Poco importa che non basti la volontà di Saviano (o di Laura Boldrini o di Roberto Fico) per spingere un  magistrato ad aprire un’indagine a carico di un ministro.

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Ma ormai una certa stampa ha già deciso che il procuratore di Agrigento sta dalla parte dei migranti. Nessuno scrive apertamente che Patronaggio è un nemico del governo. A quello ci pensano altri, gli esperti di complotti che su Twitter hanno già scoperto i legami tra Patronaggio e il Partito Democratico.

La storia di Patronaggio amico di Renzi

La pistola fumante sono alcuni frame estrapolati da un servizio di AgrigentoOggi.it dove si vedono Patronaggio, Renzi e l’allora ministro della Giustizia Andrea Orlando assieme in una stanza. La foto viene accompagnata da didascalie come “Luigi Patronaggio guarda Renzi con Amore”, “Luigi Patronaggio guarda Orlando con Amore” oppure “Luigi Patronaggio pappa e ciccia con Orlando”.

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Il fatto che Patronaggio fosse “ad ascoltare Renzi” è considerata la dimostrazione della contiguità di vedute del magistrato con il Partito Democratico e quindi della malafede di chi ha aperto un’indagine su Salvini. Anni fa si sarebbe parlato di giustizia ad orologeria. Oggi si preferisce gettare direttamente il fango sulle persone.

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Come ha spiegato David Puente su Facebook però le foto non dimostrano nulla di tutto ciò. In quell’occasione Renzi e Orlando andarono a visitare l’ufficio del giudice Rosario Livatino, il “giudice ragazzino” ucciso dalla mafia nel 1990. Si è trattato quindi di un incontro istituzionale ed è perfettamente normale che il procuratore si presenti ad un incontro al quale partecipa il ministro della Giustizia.

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Sui social c’è anche però chi trama già vendetta contro questo magistrato e contro la magistratura. Quasi si trattasse di leasa maestà l’indagine nei confronti di Salvini non può restare impunita.

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C’è anche chi sospetta che in realtà Patronaggio sia al servizio degli interessi di qualcuno, magari gli scafisti. Perché si sa che tutti i buonisti, proprio come le Ong, sono in combutta con le organizzazioni criminali dei mercanti di uomini che mandano in Italia gli immigrati per poter portare a compimento il piano di sostituzione etnica della popolazione italiana. Sarà per questo che in molti scrivono che Patronaggio è un traditore della patria?

Filippo Serio: il giudice accusato dai neonazisti di essere “amico degli immigrati”

Gli esperti di procedura penale freschi di laurea all’Università della Strada però ignorano che non sarà Patronaggio a portare avanti l’inchiesta. Il fascicolo è infatti stato trasmesso al tribunale dei ministri. Che è composto da tre magistrati del tribunale scelti per sorteggio. Quelli che si occuperanno del caso della Diciotti e delle indagini su Salvini si chiamano Fabio Pilato, Giuseppe Sidoti e Filippo Serio (un gip, un giudice della Fallimentare e un giudice del Riesame). Saranno loro, se lo riterranno opportuno, ad aprire entro 90 giorni una vera e propria istruttoria

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Nel 2011 Serio finì nella lista di proscrizione stilata dagli utenti di Stormfront, il forum di suprematisti bianchi fondato da un ex leader del Ku Klux Klan. Un utente inaugurò un lungo thread dedicato a tutti quegli italiani colpevoli di razzismo nei confronti dei loro stessi concittadini. I poveri utenti di Stormfront erano infatti stati accusati di razzismo e per tutta risposta un certo “Costantino” decise di aprire una discussione volta a «raccogliere il nome di italiani che compiono atti criminali, che aiutano gli allogeni e ne traggono un tornaconto economico.
Nomi di italiani sconosciuti, i 945 politici a livello nazionali li conosciamo».

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In quell’occasione Serio venne identificato come “amico degli immigrati” perché insieme ad altri due colleghi del Riesame aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un presunto corriere della droga nigeriano perché non era stata tradotta dall’italiano in inglese. Serio e i suoi colleghi scrissero che «Non vi è alcun dubbio che il provvedimento applicativo di una misura cautelare costituisca un atto funzionale alla comprensione dell’esatto significato della natura e dei motivi dell’accusa mossa nei confronti di un indagato. Ecco perché deve essergli notificato nella lingua da lui compresa». Nessun gesto di “amicizia” nei confronti del presunto criminale nigeriano. Così come l’indagine nei confronti di Salvini non è una dichiarazione di amicizia nei confronti di scafisti o altri criminali. Ma questo non è facile da capire se si ritiene che ogni straniero sia un potenziale assassino, stupratore o spacciatore.

Leggi sull’argomento: Come Salvini è finito nei guai per la Diciotti (e come potrebbe cavarsela)

 

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