Next Quotidiano

Ultimo aggiornamento: giovedì 26 aprile 2018 17:17
  • neXt
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Cultura e scienze
  • Tecnologia
  • Fatti
  • Opinioni
  • Fact checking
  • La macchina del funky
  • Q&A
  • Sport
neXt quotidiano
 
 
venerdì 06 gennaio 2017 18:19
1.4k
FacebookTwitterGoogle

Luigi Di Maio non ha capito una cosa delle province

Luigi Di Maio ha pubblicato un messaggio sulle province sulla sua pagina Facebook prendendo spunto da un articolo di Sergio Rizzo sul Corriere della Sera che oggi ricordava il ritorno al voto degli enti la cui abolizione sembra come l’Araba Fenice. Nell’articolo del Corriere però si spiegava che il ritorno al voto dipendeva dal No al referendum del 4 dicembre:

La Provincia è un ente locale territoriale dove l’area è, per estensione, inferiore a quella delle Regioni e superiore a quella dei Comuni. Dopo una serie di norme che hanno rivisto le funzioni delle Province, erano rimaste, tra le altre, quella su risparmio energetico, autoscuole e protezione civile. Con la riforma Delrio, ovvero la legge 56 del 7 aprile 2014, le Province sono state trasformate in enti amministrativi di secondo livello e 10 di loro sono diventate Città metropolitane.

Tra le funzioni rimaste figurano quelle su pianificazione dei servizi di trasporto, rete scolastica, costruzione delle strade provinciali. La definitiva cancellazione delle Province sarebbe stata certificata con la riforma costituzionale, bocciata però dal No al referendum del 4 dicembre

luigi di maio province 2

Rizzo nel testo dell’articolo ricordava anche che “con la prospettiva di un’affermazione del Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre, avrebbero anche dovuto perdere l’identità costituzionale («La Repubblica si riparte in Regioni, Province e Comuni») che, invece, con la vittoria del No, continua ad essere scolpita nell’articolo 114 della Carta”. Di Maio però aggiunge un ragionamento e segnala che «Nella riforma costituzionale avrebbero cambiato il nome da provincia ad area vasta, ma nella sostanza nulla sarebbe cambiato, mentre in Sicilia gli hanno cambiato il nome in “liberi consorzi di comuni” un modo elegante per prenderci per il culo. Ma non contenti di questo sono riusciti perfino a peggiorarle derubando i cittadini della possibilità di scegliere i propri consiglieri provinciali che sono autoproclamati dai consiglieri comunali e dai sindaci di tutti i comuni della provincia».

luigi-di-maio-province

Il problema però è che dopo sostiene che il M5S non presenta alcuna candidatura alle elezioni provinciali e propone l’abolizione dell’ente con legge costituzionale. E qui Di Maio non sembra aver capito che una Città Metropolitana è un ente di Area Vasta (dice qualcosa il nome) che oggi amministra il territorio della provincia di Roma. Non dovrebbe sfuggire a Di Maio che qualche tempo fa si sono svolte le elezioni per la Città Metropolitana di Roma, l’ente di area vasta che attualmente ha le competenze della ex provincia di Roma (amministrando 4,3 milioni di abitanti).

luigi-di-maio-province-1

E non dovrebbe sfuggire a Di Maio che si sono candidati e sono stati eletti non uno, non due ma ben nove consiglieri del MoVimento 5 Stelle, che sono: Giorgio Fregosi, i capitolini Marcello De Vito, Paolo Ferrara, Giuliano Pacetti, Teresa Maria Zotta, Maria Agnese Catini, Gemma Guerrini, insieme al sindaco di Pomezia, Fabio Fucci, quello di Marino, Carlo Colizza e quello di Nettuno, Angelo Casto.

luigi-di-maio-province-3

Il sindaco metropolitano, sempre per ricordarlo a Di Maio, è attualmente Virginia Raggi. I consiglieri del M5S sono stati eletti proprio con quel sistema elettorale che, come diceva Di Maio, «deruba i cittadini della possibilità di scegliere i propri consiglieri provinciali che sono autoproclamati dai consiglieri comunali e dai sindaci di tutti i comuni della provincia». Che tutto questo sia accaduto all’insaputa di Di Maio? Di certo il vicepresidente della Camera non ha capito qualcosa delle province: che attualmente negli enti che ne sono eredi siedono anche eletti M5S.

Gen 6, 2017neXt quotidiano

1.4k
FacebookTwitterGoogle
Comments: 3
  1. Gianni
    7 gennaio 2017 at 15:13

    Caro DiMaio le province erano gli enti più utili altro che regioni e comuni. Costavano una cifra irrisoria e gestivano funzioni e servizi sui territori più periferici che nè i comuni nè le regioni potevano oppure hanno sostituito. 120.000 km di strade provinciali…con questo freddo polare ed emergenza neve chi li ha gestiti…senza soldi tra l’altro? I comuni? che hanno chiesto i mezzi della provincia fin dentro i centri abitati? Le regioni, elefantiache strutture centrali? Le province sono inutili? mettete 1.000 euro di stipendio per il presidente…eletto dal popolo e no tramite sta scemenza delle elezioni di 2 livello…quando si parla di province si fa tanta confusione come quella principale sui dipendenti…che immancabilmente volevo o meno passano per fannulloni quando c’è tanta gente con stipendi da vergogna che rischia la vita per garantire servizi essenziali specie in alcuni territori isolati dal resto del mondo( viabilità – polizia provinciale etc.). Ho votato no al referendum poiché solo caos e confusione dalla legge Del Rio…non voterò nemmeno i partiti che hanno generato lo stato penoso si questo Paese ma non voterò nemmeno voi..che calcate l’onda del populismo senza mai chiedervi più di tanto. DiMaio vai a vedere nelle province che funzionano nonostante i vergognosi tagli…ps: le città metropolitane sono la più grande assurdità degli ultimi 50 anni…aboliamo le province e ne creiamo un altro di ente…che poi non è altro che la provincia che ha cambiato solo nome..eppure li siete presenti e i la forza. La coerenza appartiene o no a chi propone il nuovo? Io avevo pensato di votare voi…ma così non lo farò più. In tutta onestà un vostro ex simpatizzante..che simpatizza invece per le province..capro espiatorio di tutti…solo per non occuparsi dei veri sprechi del Paese…per altro esistono da centinaia di anni e nei paesi più a avanzati di noi..con tutti i problemi e gli sprechi..le province che incidono “zero virgola” sul bilancio dello stato sono invece il grande problema…devo ridere o piangere? Saluto cordiali.

    ReplyCancel
  2. wilson
    7 gennaio 2017 at 22:53

    Mamma mia….

    La legge costituzionale che “magicamente” le fa scomparire è quella che toglie la parola province dalla Costituzione ? Ma questi signori fino a tal punto contano sulla scarsa memoria delle persone e fino a tal punto si sentono autorizzati a prenderle in giro senza pagarne pegno ?
    Abbiamo appena votato !

    Dopo avere boicottato quello che dicono di volere (e cioè la legge costituzionale che le toglie dalla Costituzione) adesso invocano la legge costituzionale “magica” . Quella che “puff”, elimina il problema di tutti gli sprechi .
    Togliere la parola dalla Costituzione è condizione necessaria ma non sufficiente per l’abolizione delle province e degli sprechi ad essi connessi. DI Maio questo lo sa ? O proprio non ci arriva ? Ha detto una volta che con la loro proposta di legge che toglie la parolina dalla Costituzione si risparmiano miliardi. Ovviamente non è vero, ma hanno boicottato un referendum che lo faceva.

    Se le province le vogliamo abolire dobbiamo decidere se tenerci i consiglieri provinciali o meno, e dobbiamo decidere come vano garantiti i servizi e quali sono le spese inutili che possono essere tagliate, , il taglio di trasferimenti deve essere per forza graduale, visto che le province si occupano di cose non di poco conto.
    Tenersi i consiglieri provinciali con la parola province non presente in costituzione avrebbe poco senso, da lì la logica del ddl Delrio, che era un primo passo per l’abolizione e che intanto ci faceva risparmiare come minimo 300 milioni di euro dai soli costi della politica (a questi vanno sommati i costi che si risparmiano nel tempo da una razionalizzazione degli enti provinciali , dalla chiusura di quelli inutili , costi non facilmente prevedibili e che dipendono da quanto si decide di mantenere. Gli enti di area vasta e i consorzi di comuni, che sono enti dove chi li dirige non viene pagato un euro in più sono introdotti dal ddl Delrio, non dalla riforma costituzionale. La riforma costituzionale che Di Maio ha bocciato invece fa quello che DI Maio chiede : elimina la parola province dalla costituzione. Le città Metropolitane, che sono un decina, non sono in sostituzione alle province, sono enti particolari di area vasta che rispondono a esigenze di tipo diverso e che si manifestano quando sono in ballo grandi città, circa una decina.
    Le cIttà metropolitane servono a rendere più attrattive e più competitive le grandi città, e la loro creazione è avvenuta nel 2001. La riforma dice che per le grandi città sostituiscono le province in quanto enti di area vasta, ma per ogni provincia non c’è una città metropolitana che la sostituisce. Vale per Roma, non vale per Catanzaro, Lecce, Frosinone, Le città metropolitane non sono uno scandalo, esistono in tutta europa e tra le altre funzioni svolgono quella di “cura delle relazioni istituzionali afferenti al proprio livello, ivi comprese quelle con le citta’ e le aree
    metropolitane europee”

    Si vogliono togliere le province ?
    Il problema è che le province garantiscono anche dei servizi e che ci lavorano dei dipendenti, : i dipendenti non spariscono se si toglie la parola dalla Costituzione e perchè i servizi siano garantiti si deve intervenire al livello legislativo per dire chi se ne occupa: ecco perchè si sono create le unioni di comuni per avere un esercizio associato di funzioni e eliminare quello che è superfluo. , I dipendenti possono essere messi in mobilità, come si è fatto ,, e così si risparmia qualcosa , se è vero che nelle province, come dicevano tutti i partiti in campagna elettorale, ci sono dipendenti in eccesso quei dipendenti non li si licenzia (non si può. e non nè giusto nè costituzionale anche se sono in più) , ma li si fa lavorare nei comuni se in provincia sono in sovrannumero, eliminando, dopo avere spostato i dipendenti in posti dove possono essere più produttivi, gli enti inutili.

    Se il risparmio è irrisorio, come si è detto, non ha nemmeno senso la legge costituzionale invocata da DI Maio (quella che si è bocciata) , Ma a questo punto non si capisce perchè per anni quando si invocavano altri tagli i partiti dicevano che si sarebbe dovuto agire sulle province, ente intermedio inutile, che provocava la nascita di enti spreconi . I risparmi della soppressione i partiti li individuavano tenenedo conto della “soppressione” dei dipendenti e lì venivano fuori cifre sa capogiro (9 miliardi o 15 ) , adesso si è detto di no a una razionalizzazione e alla cancellazione della parola dalla Costituzione.

    Quello che DI Maio fa, dopo aver difeso i dipendenti dei quali era richiesta la mobilità, dicendo che le province non andavano penalizzate, pare essere invocare un taglio di tutto ottenibile con pochi sforzi . Di Maio non dice come si fa a mantenere i servizi e eliminare del tutto i dipendenti le partecipate e gli enti provinciali,, cosa che secondo lui avverrebbe con la magica proposta pentastellata che consiste nel togliere la parola province dall’articolo 114 (oltretutto, resterebbe in altri articoli quella parola ).

    Mi scuso per la lunghezza, comunque considero ottima l’analisi dell’articolo e faccio i complimenti.

    ReplyCancel
  3. Sunrise
    10 gennaio 2017 at 11:40

    A parte l’ossimoro contenuto nell’articolo (“Di Maio” affiancato a “ragionamento”), ma quante cose e con quale linguaggio (elementare? men che elementare? come se fosse la casalinga di Voghera – la quale per inciso avrebbe tutte le ragioni per offendersi?) tocca spiegare a questo ineffabile vice presidente della Camera dei Deputati (sic!)?
    Secondo me c’è una forte dose di malafede che porta questo misero personaggio (tanto ormai l’hanno sgamato che è un furbetto senza sostanza) ad accentuare – se possibile – la sua stupidità per far passare messaggi fasulli ma eccitanti a quanti (tanti) nel movimento parlano e ascoltano solo la pancia…

    ReplyCancel

Lascia un commento Annulla risposta

Next quotidiano
Fatti
  • La guerra del PD Roma a Giovanni Caudo
  • RSF: libertà di stampa, in Italia preoccupa il M5S
  • Giorgio Napolitano operato al cuore al San Camillo
  • I due romani arrestati per tentato omicidio a Liverpool
  • Il piano geniale di Generazione Identitaria per trattenere tutti i clandestini in Italia
neXt 2015 © La Rapida HAL 9000 P.Iva: 12953881005
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Privacy
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.OkLeggi di più