Luigi Di Maio: «Mi sto sul c…o da solo anche io»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-07-18

L’intervento del Capo Politico al Teatro Orione di Roma dove è andato a incontrare i militanti si chiude con un guizzo di sincerità

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“È vero: a volte, quando mi sento parlare e dico cose che un tempo erano da espulsione, mi sto sul cazzo da solo anch’io”: parola di Luigi Di Maio, secondo quanto riporta oggi Paola Zanca sul Fatto, al Teatro Orione di Roma dove è andato a incontrare i militanti M5S, una delle tappe del tour che sta facendo in giro per l’Italia in vista della riorganizzazione interna annunciata per ottobre. E dove ha spiegato agli eventuali nemici della contentezza come stanno le cose ora che il M5S (cioè: lui) è al governo:

“Dobbiamo aprirci al nuovo, smetterla con i fanatismi: abbiamo scritto e detto cose che erano valide dieci anni fa e oggi non lo sono più. Non si tratta di tradire, ma di andare avanti”. Di Maio porta numeri, spiega che i militanti sono pochi, i meet up solo 500 su 8mila Comuni. E quindi il potenziale di crescita è enorme, ma non si può “sospettare di chiunque arrivi”. Certo, non pare il capo politico dello stesso Movimento che lì, fuori dall’Orio ne, ha appena imposto varchi d’ingresso severissimi.

Controlli doppi per evitare infiltrati e perlustrazioni continue della sala, durante l’incontro durato cinque ore, per accertarsi che nessuno stesse riprendendo  con il telefonino. Eppure, assicura chi c’era, lo streaming avrebbe dato una grandissima prova di democrazia interna: 90 interventi da due minuti l’uno, con Di Maio in prima fila a prendere appunti ininterrottamente, nonostante buona parte degli speaker non abbia rispettato la preghiera del capo politico: “Risparmiamoci l’analisi del voto”.

luigi di maio mi sto sul cazzo da solo

DI BATTISTA – su cui pesa l’accusa di giudicare con le mani in tasca – è qualche fila più in là, nel lato sinistro della sala. Non si è seduto vicino a Di Maio, anche perché è arrivato prima del vicepremier. Non c’è stato, a quanto pare, nessun contatto tra i due, o almeno nulla di plateale. C’è invece Virginia Raggi, a cui DiMaio cede il palco prima delle conclusioni. E non manca un elogio a Chiara Appendino, la sindaca di Torino che ha appena subìto il voltafaccia dei suoi consiglieri sul Salone dell’auto.

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