Luca Zaia e il grande poeta Eracleonte da Gela

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-05

Dietro la rude scorza del veneto doc Luca Zaia nasconde un cuore di poeta. Per questo qualche giorno fa ha letto una poesia di Eracleonte da Gela che sembrava proprio scritta per il Coronavirus. Ma c’è un problema. Eracleonte non esiste. Si trattava di uno scherzo

spinner

Dietro la rude scorza del veneto doc Luca Zaia nasconde un cuore di poeta. Per questo qualche giorno, durante la conferenza stampa della Regione Veneto del 31 marzo, fa ha deciso di deliziare il popolo con una poesia di Eracleonte da Gela e che risale addirittura al 233 Avanti Cristo. “Vi leggo uno scritto di Eraclonte da Gela. Mi è stato mandato e mi è piaciuto, e lo condivido con voi nell’ottica di dire che prima o poi questa cosa finisce (il Coronavirus, ndr), questo mostro lo facciamo fuori”, ha detto Zaia per introdurre il prestigioso scritto. E poi ha cominciato a leggere la poesia, con un’intonazione che farebbe rabbrividire molte maestre alle prese con la recita di Natale dei bambini delle elementari.

E’ iniziata l’aria tiepida
e dovremo restare nelle case
per le Antesterie
le feste dei fiori
in onore a Dioniso.

Non usciremo
non festeggeremo
bensì mangeremo e dormiremo
e berremo il dolce vino
perchè dobbiamo combattere.

Le nostre città lontane
ornamento della terra asiatica
hanno portato qui a Gela
gente del nostro popolo
un tempo orgoglioso.

Queste genti ci hanno donato
un male nell’aria
che respiriamo se siamo loro vicini
il male ci tocca e resta con noi
e da noi passa ai nostri parenti.

Il tempo trascorrerà
e sarà il nostro alleato
il tempo ci aiuterà
a guardare senza velocità
il quotidiano trascorrere del giorno.

Siamo forti e abbiamo sconfitto molti popoli
e costruito grandi città
aspettiamo che questo male muoia
restiamo nelle case
e tutti insieme vinciamo.

ERACLEONTE DA GELA LUCA ZAIA

C’è un dettaglio: Eracleonte da Gela in realtà non esiste. Zaia aveva ricevuto il testo via Whatsapp da Giampiero Beltotto, presidente del Teatro Stabile del Veneto, che a sua volta l’aveva ricevuto da qualcun altro. Il vero autore è un certo Marcello Troisi, perito informatico, palermitano e appassionato di storia, che ha detto che voleva condurre un esperimento per capire quanto fosse facile far girare notizie che nessuno verifica. Ha quindi scritto il testo e l’ha pubblicato sul suo profilo Facebook, raggiungendo in poche ore 20mila condivisioni. Sul blog Palermo Felicissima Troisi ha raccontato la sua storia:

Martedì 24 marzo 2020, a casa come tutti gli Italiani, mi è balzata in mente una idea: “…e se stavolta la Bufala la scrivo io?”. Avevo visto il carrettino con i 99 smartphones trainato da un artista berlinese, mettere alla burla Google. Poi ho letto poesie attribuite ad autori poco credibili come quella di una scrittrice irlandese che era dedicata ai martiri polacchi e trasformata in un testo sulla resistenza a casa. Allora ho inventato Eracleonte.

Chi ha letto il mio testo, pur non sapendo che fosse un falso, lo ha usato in modo intelligente e sociale, cioè lo ha utilizzato per diffondere un messaggio di cautela e attenzione verso noi stessi. Dopo avere avvertito della mia iniziativa i miei due soci, Antonella e Marcello, ho pubblicato la poesia su un social media: reazione a catena! La poesia a mio avviso, esprime dei concetti di reale attualità, solo che l’autore è inventato. Le parole anche. Non sono copiate ma puramente inventate, d’altronde i Classici a scuola li studiavamo per bene.

Era voluto e un po’ me lo aspettavo: da sempre critichiamo la pericolosità dei social media. Tutto viene preso per vero e crduto, poi divulgato a macchia d’olio. Ci affrettiamo a divulgare senza verificare e questo è il prezzo del tempo accelerato in cui viviamo.

Leggi anche: I casi di COVID-19 in Emilia-Romagna e Borgonzoni che ha scelto una sedia a Roma

Potrebbe interessarti anche