La rabbia dei 5 Stelle per le parole di Guerini sulle armi che l’Italia cede all’Ucraina

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-05-05

Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha spiegato alle commissioni Difesa congiunte di Camera e Senato alcuni dettagli sugli armamenti che l’Italia fornisce all’Ucraina, innescando la reazione del Movimento 5 Stelle

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La strategia del governo italiano è evitare colloqui con la Russia fino a quando i bombardamenti in Ucraina non saranno terminati: per questo motivo da Palazzo Chigi la linea è quella di continuare a fornire armi a Kyiv per difendersi e indebolire l’invasore così da tentare di equilibrare il più possibile i rapporti di forza tra i due schieramenti in campo. Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, nella relazione alle commissioni Difesa congiunte di Camera e Senato, ha spiegato che “sulla base di quanto indicato dalla legge e in relazione all’evoluzione sul terreno, l’impegno italiano continuerà a supportare l’Ucraina nella sua difesa dall’aggressione russa anche con dispositivi in grado di neutralizzare le postazioni dalle quali la Russia bombarda indiscriminatamente le città e la popolazione civile”. La lista degli armamenti è secretata, ma Guerini ha parlato di “sistemi controcarro, sistemi di difesa aerea a cortissimo raggio, mortai, munizionamento di artiglieria, sistemi di comunicazione, dispositivi di protezione individuale e kit di sopravvivenza”.

La rabbia dei 5 Stelle per le parole di Guerini sulle armi che l’Italia cede all’Ucraina

Giuseppe Brescia, coordinatore del Comitato sicurezza del Movimento 5 Stelle, ha definito le parole del ministro della Difesa “allarmanti”, tanto da rendere necessaria una precisazione del Ministero a mezzo stampa sul fatto che si stia parlando soltanto di armi a corto raggio. I grillini sono la forza parlamentare più scettica verso l’invio a oltranza di armi in Ucraina. “Purtroppo – dice l’esponente dei 5 stelle – continuiamo a sentir parlare troppo di armi e poco di negoziati. Il Governo deve chiarire se stiamo lavorando a un’escalation militare o a un’escalation diplomatica orientata a fermare la guerra. Siamo inoltre contrari alla posizione espressa dal Ministro, quando dice che i negoziati possono partire veramente solo dopo il cessate il fuoco. Se aspettiamo l’ultima bomba per negoziare non resterà più niente, sarà solo una carneficina. Al contrario serve oggi più che mai un impegno costante dell’Italia a lavorare 24 ore su 24 per una soluzione diplomatica che fermi la guerra”.

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