Lorenzo Fioramonti si arrabbia con Travaglio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-09-08

Il neoministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, già in odor di dimissioni come da annunci sui giornali, oggi scrive al Fatto per lamentarsi di come Marco Travaglio lo ha trattato nei giorni scorsi: Gentile Marco Travaglio, Le scrivo dopo aver letto il Suo ultimo articolo, in cui sembra non apprezzare una mia uscita a suo dire estemporanea …

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Il neoministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, già in odor di dimissioni come da annunci sui giornali, oggi scrive al Fatto per lamentarsi di come Marco Travaglio lo ha trattato nei giorni scorsi:

Gentile Marco Travaglio,

Le scrivo dopo aver letto il Suo ultimo articolo, in cui sembra non apprezzare una mia uscita a suo dire estemporanea per la richiesta di maggiori finanziamenti a università, ricerca e scuola, conservatori e accademie. Nella fattispecie 1 miliardo per i primi e 2 miliardi per i secondi. Eppure le sarebbe stato sufficiente fare appello alla Sua memoria per ricordare che pochi mesi fa, esattamente il 18 Giugno 2019, proprio sul giornale che lei dirige (pagina 4: “Per la ricerca e l’università un miliardo in più. O mi dimetto”) avevo dichiarato da viceministro esattamente quanto ripetuto pochi giorni fa, impegnandomi a rivendicare maggiori finanziamenti per l’istruzione e la ricerca a pena delle mie dimissioni.

La pensavo così a Giugno e non ho cambiato idea nel frattempo: senza investimenti adeguati è difficile cambiare le cose e perde di senso la funzione di un ministro, tanto più in un settore come l’istruzione e la ricerca, asset fondamentali per la crescita di un Paese, eppure terribilmente sotto finanziati. Non sempre accade, ma nel mio operato cerco di fare in modo che la continenza, virtù a lei tanto cara, faccia anche rima con la coerenza. Nella speranza di trovarla d’accordo se non nella forma, che in questo caso ci divide, perlomeno nel merito.

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La risposta di Travaglio è, ovviamente, di solare evidenza:

Gentile ministro,

si figuri se non apprezzo la sua richiesta di più fondi per l’università, la ricerca e la scuola. Non apprezzo –come ho scritto –che anche lei si sia fatto prendere dalla incontinente frenesia esternatoria e, prima ancora di prendere possesso del suo ufficio di ministro, abbia già minacciato le dimissioni e lanciato ultimatum. Naturalmente sui media, anziché nelle sedi proprie, per esempio il Consiglio dei ministri. Un caro saluto e molti auguri di buon lavoro.

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