La Lombardia e il consiglio di riaprire solo l’8 giugno

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-31

La Regione che ha ancora il numero più alto di contagi e di morti da Covid-19. Il governo ha deciso di far valere anche per i lombardi le regole che varranno per tutti gli altri: libertà di circolazione ovunque senza quarantene. Alle orecchie di Fontana, però, in queste ore di telefonate e trattative sotterranee, è arrivato un consiglio…

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Annalisa Cuzzocrea su Repubblica oggi racconta cosa sta succedendo dopo la decisione di riaprire tutta Italia senza eccezioni a partire dal 3 giugno. In particolare

A preoccupare più di tutto i governatori restii alla riapertura dei confini a partire dal 3 giugno, è la Lombardia. La Regione che ha ancora il numero più alto di contagi e di morti da Covid-19. Il governo ha deciso di non porre alcuna restrizione ulteriore, di far valere anche per i lombardi le regole che varranno per tutti gli altri: libertà di circolazione ovunque, senza quarantene, senza passaporti sanitari di sorta.

Alle orecchie del leghista Attilio Fontana, però, in queste ore di telefonate e trattative sotterranee, è arrivato un consiglio da parte dei ministri competenti: «Se non ve la sentite, se pensate che sia meglio aspettare ancora qualche giorno, magari lunedì 8 giugno come aveva suggerito l’assessore al Welfare Giulio Gallera, decidete voi di restare chiusi. Ma non potete costringere tutto il Paese ad aspettarvi».

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Il 29 maggio scorso proprio Gallera aveva parlato di attesa fino ai numeri dell’8 giugno prima di riaprire la Lombardia. Una dichiarazione che poi è stata superata dagli annunci di Conte e Speranza:

I numeri del monitoraggio del ministero della Salute sono buoni e dicono che l’Italia è pronta a riaprire. Per questo si lavora — come ha spiegato ai colleghi Luigi Di Maio nella riunione di venerdì sera — a stipulare accordi reciproci con Francia e Germania per anticipare la circolazione dei turisti con quei Paesi. «Puntiamo sugli arrivi dalla Germania — dicono alla Farnesina — per rianimare un settore che rischia il collasso. La cosa fondamentale ora è che le Regioni adottino misure omogenee. Un turista che viene in Italia deve sapere di quali documenti ha bisogno e questi devono valere per tutto il territorio».

Non a caso, il ministro degli Esteri francese sarà in Italia il 3 giugno e il capo della Farnesina sarà in Germania il 5. Per poi andare in Slovenia e soprattutto in Grecia, il Paese che per ora ci ha chiuso le porte, come le ha chiuse a Francia e Spagna, in attesa di dati sanitari migliori. Garantire l’omogeneità delle Regioni non sarà però facile. Il presidente della Campania Vincenzo De Luca continua a dire che «non si comprende quali siano le ragioni di merito che possano motivare un provvedimento di apertura generalizzata». Parla di decisioni prese a causa di «spinte e pressioni di varia natura», ma a parte il sardo Christian Solinas, sono in pochi a seguirlo.

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