La lettera di Littizzetto al molestatore di Greta Beccaglia: “Se l’imbecillità fosse una montagna, tu saresti l’Everest” | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-12-06

L’attrice, dagli studi di “Che Tempo Che Fa”, torna a parlare di quanto accaduto all’inviata di Toscana TV al termine del match tra Empoli e Fiorentina

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Le polemiche dopo quanto successo sabato 27 novembre fuori dallo Stadio “Castellani” di Empoli si sono lentamente e inesorabilmente placate dopo lunghi giorni di dibattito tra denunce e uscite fuori luogo. Ma l’eco mediatica di quanto accaduto all’inviata di Toscana TV Greta Beccaglia prosegue, perché quella “pacca” sul fondoschiena è il simbolo di una società priva di razionalità, dove – ancora oggi – alcuni uomini pensano che sia lecito fare tutto, senza pagarne le conseguenze. E domenica sera, nel corso del suo consueto spazio a “Che Tempo Che Fa” (RaiTre) Luciana Littizzetto ha voluto leggere la sua classica letterina. E il destinatario era Andrea Serrani, l’uomo che si è reso protagonista di quell’insano gesto.

Littizzetto, la lettera al molestatore di Greta Beccaglia

Colpirne uno per educarne cento. È questa la sintesi della lettera scritta da Luciana Littizzetto. Perché non c’è solamente il molestatore mano lesta – ma poco sveglio, visto che quel gesto l’ha fatto davanti a una telecamera che stava trasmettendo in diretta -, ma anche tutto quel corto-circuito che si è prodotto nel giro di quei concitati istanti.

Caro toccatore professionista, tast de cul di grande levatura, palpeur de deretàn e cul-advisor. Tu che dopo aver toccato ben bene il sedere dell’inviata ti sei giustificato dicendo: “ho sbagliato, ma non sono cattivo”. Infatti non sei cattivo, nessuno dice che sei cattivo. Sei cretino. Un cretino distillato al 100%, come la grappa. Se l’imbecillità fosse una montagna, tu saresti l’Everest. Anzi, il Machu Picchu. Più Picchu che Machu.

Dici che è stato un gesto di stizza perché aveva perso la tua squadra. Allora, fammi capire: perde la squadra tua e tu vai a palpare le chiappe sue? Ma vai a palpare quelle del presidente Commisso se proprio hai bisogno di buttare fuori lo stress hai un ampio territorio palpabile personale. Palpati il tuo col guanto da forno, picchiettati i cimbali con le pinze da camino. Ma il sedere degli altri consideralo d’ora in poi sacro, come già l’osso che lo sostiene.

Non è che il Creatore ha plasmato le natiche delle donne per far sfogare lo stress ai maschi per la strada o sugli autobus. Non ha detto “popolerò i mari con i pesci, le foreste con gli uccelli, separerò la terra dalle acque, poi farò le natiche alle signore così il maschio potrà palpare alla grande a seconda dell’umore. Non l’ha detto. Apprezzo però il fatto che tu non abbia detto “volevo salutarla, solo che col Covid non potevo stringerle la mano e allora ho pensato di stringerle… ecco.E poi, quando ti sei sentito braccato hai rincarato la dose: “Vi prego basta, ho una figlia”. Ah, vedi che già capisci che piano piano ci arrivi. Pensa se succedesse alla tua di figlia. Non saresti per niente contento di sapere che un tizio passando le ha spalmato la mano sul cu*o. Vero che ti divertiresti molto meno?

E Luciana Littizzetto non risparmia neanche Giorgio Micheletti, il giornalista-conduttore che – durante quegli attimi – è sembrato quasi voler sminuire la situazione (anche se poi, all’indomani della buriana) ha provato a giustificare quel suo comportamento.

E una parola anche al collega in studio che ha visto la scena e che ha detto: “Dai, non te la prendere”. Ma come non te la prendere? Prenditela e come, Greta. Infuriati come si deve e punisci uno per educarne cento, anche perché lui non era l’unico di tutta questa banda. Tra l’altro, quel gesto lì è anche un gesto vigliacco. Perché a uno come Tyson il cu*o non glielo tocchi perché sai che dopo ti devono rimontare come i mattoncini del Lego.

Cosa devono fare le donne per essere rispettate? Dobbiamo farci installare un “salvamiilculo Beghelli” che quando qualcuno allunga la mano parte la strombazzata che gli peggiora l’acufene? Dobbiamo metterci dei sensori sul parafango dietro come quelli delle auto per fare manovra? Un dispositivo che dà la scossa tipo fili a bassa tensione che mettono nei recinti per le mucche?

Ma pensa il contrario, pensa se noi donne lo facessimo a voi. Pensa se ci mettessimo noi a spaccarvi il cu*o o ad afferrarvi i bragigli, che vi ritraete come corna di lumaca ogni volta che uno fa solo il gesto. Passi davanti al meccanico: “Buongiorno signora”. E tu per tutta risposta: “Oplà”, una mano sul pacco a tutta velocità. Voglio vedere. E poi gli dici: “Dai Giovanni, non te la prendere”. Vedi come non se la prende. Non se lo dimentica più”.

E ora, dopo la denuncia e l’apertura del fascicolo per violenza sessuale, il molestatore di Greta Beccaglia non si dimenticherà mai di quel sabato 27 novembre. E non per la sconfitta della sua Fiorentina.

 

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