Attualità
La lista dei bambini “di etnia Rom” senza ISEE a Roma
Giovanni Drogo 10/12/2018
Una mail con un elenco di bambini residenti al campo Rom della Monachina ha circolato per gli uffici comunali di Roma. La lista dei nomi è stata stilata dall’Ufficio quote contributive ma secondo la responsabile del Servizio Minori la definizione di “etnia rom” «è assolutamente impropria e stigmatizzante»
«In allegato l’elenco dei bambini di etnia Rom che attualmente sono stati iscritti al servizio di refezione scolastica con quota contributiva massima», così nella mail che ha per oggetto “Alunni di etnia Rom senza ISEE” la dipendente dell’Ufficio quote contributive del XII Municipio di Roma spiega l’invio di una lista di venti nominativi, tutti Rom, che devono pagare la mensa a prezzo pieno. La mail – giunta dopo una serie di inoltri al Segretariato Sociale del Comune – risale a due settimane fa ed è diventa un caso in seguito agli articoli pubblicati da Nicola Pinna su La Stampa e ripresa da altri quotidiani come il Tirreno.
La discriminazione nei confronti dei bambini Rom
A creare scalpore è ovviamente l’elenco dei bambini Rom che risultano iscritti a due istituti comprensivi: il Margherita Hack e il Nando Martellini. Al Segretariato Sociale, il servizio che si occupa della gestione delle situazioni di disagio sociale, qualcuno però ritiene che l’utilizzo di “etnia Rom” sia eccessivo e chiede chiarimenti. La responsabile del Servizio Minori fa sapere che «la definizione “alunni di etnia rom” è assolutamente impropria e stigmatizzante, trattandosi di minori in obbligo scolastico, qualunque sia la loro provenienza geografica». Ma allora perché è stata usata proprio quella definizione?
Anche il Campidoglio vuole vederci chiaro e dopo un’indagine fa sapere che «l’elenco dei bambini è stato stilato esclusivamente sulla base dell’appartenenza allo stesso domicilio, cioè il campo La Monachina». Non si poteva a quel punto semplicemente indicare nella mail e nell’oggetto il fatto che si trattasse di bambini residenti al campo Rom senza doverne per forza specificare l’etnia? Qualcuno penserà che siamo di fronte ad un nuovo caso Lodi, ma in realtà la situazione è diversa. A Lodi ai figli degli stranieri (e non è detto che i bambini Rom siano stranieri) veniva chiesto di produrre ulteriori documentazioni patrimoniali rispetto all’ISEE. Qui invece si sottolinea come l’ISEE non sia stata presentata, ma non si sa per quali motivi. L’intento sembra essere quello di segnalare come a causa della mancata consegna della scheda ISEE a quei bambini si dovesse applicare la tariffa massima per la mensa, che ammonta a 80 euro al mese (nel caso di cinque rientri settimanali). Magari invece quelle famiglie avevano diritto a pagare una quota ridotta. Il punto però è che non sono certo solo i figli dei Rom gli unici a non aver presentato l’ISEE (che andava inviata entro il 30 settembre). Ma la lista riguarda solo i bambini della Monachina. Forse la dipendente che ha inviato la mail si era accorta che era possibile che tra i residenti del campo molte famiglie avessero la possibilità di accedere alla mensa con una tariffa agevolata se avessero presentato la dichiarazione. L’invio dell’elenco e l’utilizzo della definizione “etnia Rom” ha però fatto subito pensare ad un caso di discriminazione. Anche perché non è chiaro chi abbia richiesto le liste e gli elenchi e se ci sia stata una specifica richiesta di conoscere il numero e l’etnia degli alunni senza ISEE.