Il caso testosterone: Libero e Il Giornale all’attacco di Lilli Gruber

di dipocheparole

Pubblicato il 2019-10-27

Il nuovo libro di Lilli Gruber finisce nel mirino di Libero e del Giornale: “Basta! Il potere delle donne contro la politica del testosterone (edizioni Solferino)” comincia in effetti con una robusta tirata nei confronti di Matteo Salvini e quindi dalle parti di Alessandro Sallusti, che ormai ha abbandonato ogni remora forzitaliota in nome del …

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Il nuovo libro di Lilli Gruber finisce nel mirino di Libero e del Giornale: “Basta! Il potere delle donne contro la politica del testosterone (edizioni Solferino)” comincia in effetti con una robusta tirata nei confronti di Matteo Salvini e quindi dalle parti di Alessandro Sallusti, che ormai ha abbandonato ogni remora forzitaliota in nome del Carroccio, non potevano che prenderla sul personale.

lilli gruber 1

Gruber non trascura i riflessi politici delle sue rivendicazioni: «Mi ha ispirata Salvini: basta con tutto questo testosterone, mi sono detta». Uomini tutti bocciati, insomma, ma quelli di un certo colore politico di più: «Non è più tollerabile che così tanti Paesi importanti nel mondo, dagli Usa al Brasile, siano in mano a un’internazionale di bifolchi misogini che fanno danni non solo alle donne, ma a tutti».

La giornalista ricorda l’esperienza da europarlamentare di sinistra ma non promuove la linea renziana sui posti di potere: fifty-fifty non basta. «Penso sia un buon inizio – dice – e una mossa necessaria, anche se gli ho fatto notare che il 50:50 va rispettato nella sostanza: sia quando stili le liste sia quando dai gli incarichi ministeriali o di partito. Poi sta alle donne votare le donne»

lilli gruber

Costanza Cavalli invece su Libero la accusa di servilismo nei confronti dei Poteri Forti: come al solito, a una frase con il condizionale si fa seguire un’affermazione certa, come insegna il Manuale dell’Honestà:

Il 7 novembre del 2016, un mese prima del voto al referendum costituzionale che finì male per il governo Renzi, mentre il costituzionalista Valerio Onida, in collegamento video, spiegava le ragioni del No, in studio di fronte alla conduttrice c’era Maria Elena Boschi, la quale non si accorse che la ripresa era a grandangolo e venne colta mentre sembrava indicarle “taglia” o “dai”; impossibile averne la certezza, tranne che la Boschi disse qualcosa alla Gruber con il solo labiale e un secondo dopo la Gruber interruppe Onida, andandogli sopra mentre il professore proseguiva la sua analisi non renziana. Lilli Gruber sa come si fa televisione, anzi, forse è la più brava. Probabilmente perché sa anche come si fa a continuare a starci.

Leggi anche: Lilli Gruber e le rose di Salvini mai arrivate

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