Le incredibili prime pagine di Libero e Giornale su Silvia Romano “islamica”

di dipocheparole

Pubblicato il 2020-05-11

Il buongiorno si vede dal mattino. E il buongiorno che Libero e il Giornale dedicano a Silvia Romano è di quelli da ricordare: due prime pagine in cui non dicono (ma fanno pensare) che la cittadina italiana liberata ieri poteva essere lasciata lì dove stava visto che si è convertita all’Islam. Siccome bisogna guardare sempre …

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Il buongiorno si vede dal mattino. E il buongiorno che Libero e il Giornale dedicano a Silvia Romano è di quelli da ricordare: due prime pagine in cui non dicono (ma fanno pensare) che la cittadina italiana liberata ieri poteva essere lasciata lì dove stava visto che si è convertita all’Islam.

silvia romano il giornale

Siccome bisogna guardare sempre le cose in positivo, in primo luogo registriamo l’impeto di sincerità di Vittorio Feltri, che in prima pagina su Libero spiega dov’è il problema con un linguaggio che sarebbe stato considerato retrogrado da un colonialista italiano in Abissinia:

Silvia Romano, la giovane milanese rapita in Kenya, è stata liberata e finalmente toma a casa sua, dai genitori. Tutti festeggiano l’evento, anche noi che davanti a una esistenza salvata ci rallegriamo, ci mancherebbe altro. Tuttavia ci sono molti punti su cui vale la pena di ragionare. Chi glielo ha fatto fare alla fanciulla lombarda di recarsi in Africa pur consapevole dei rischi che gli europei affrontano nel continente nero, dominato da fanatici islamisti? Possiamo almeno affermare che ella è stata imprudente, ai limiti dell’incoscienza.

Si dice che Silvia si decise a partire animata dal desiderio di compiere del bene in favore dei bambini di pelle scura. Sono persuaso della sua sincerità, eppure vorrei ricordarle che l’Italia è piena di gente bisognosa di soccorso, visto che campa nella miseria. Oltre 50 mila clochard trascorrono le notti all’addiaccio e spesso ci lasciano le penne. Per aiutare i miserabili non è il caso di trasferirsi nella Savana, basta guardarsi in giro pure nel capoluogo lombardo per ravvisare numerosi individui conciati male e meritevoli di assistenza.

Si noti infatti che Feltri finalmente dice che il problema non è tanto aiutare i poveracci, ma aiutare quelli “di pelle scura”. E questo non può che costituire un impeto di sincerità per uno dei più autorevoli esponenti della destra italiana, il quale finalmente ammette che il problema non sono loro che sono razzisti, ma che sono quelli ad essere “di pelle scura” (se la prossima volta scrive “negri” è fatta).

silvia romano libero

Sallusti invece riesce ancora a controllarsi e se la prende soltanto con il velo esibito da Silvia Romano al suo ritorno:

È come se un internato in un campo di concentramento tedesco fosse tornato a casa, ricevuto con tutti gli onori dal suo presidente del Consiglio, indossando orgogliosamente la divisa dell’esercito nazista. E questo senza contare che oggi, con Silvia al sicuro, possiamo anche dircela tutta: ma che cosa ci faceva una ragazzina inesperta in uno dei posti più a rischio del pianeta? Chi ce l’ha mandata «a fin di bene» è stato un irresponsabile, che ha messo a rischio la vita della ragazza, di chi ha dovuto impegnarsi per liberarla e ora di tante altre persone innocenti, perché la banda di estremisti islamici che ha incassato i quattro milioni dal governo italiano non li spenderà certo in opere di bene, bensì in armi per rafforzare la sua opera di morte e terrore.

«A fin di bene» in questa storia non c’è proprio nulla, e nel suo ultimissimo atto, all’aeroporto di Ciampino, sono mancati pure buon senso e rispetto. Abbiamo quattro milioni in meno e, scommettiamo, un’eroina della sinistra in più. Pur di vedere Silvia viva ci va bene pure questo scambio, ma per favore basta retorica. P. stendiamo noi un velo, in questo caso pietoso, non sulla faccia di Silvia, ma su tutta la questione.

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