La schizofrenia di Libero che denuncia Repubblica all’OdG per il titolo su Salvini

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-01-16

Vittorio Feltri denuncia Verdelli per il titolo “Cancellare Salvini” ma avverte che la sua è soltanto una provocazione. Pietro Senaldi, sulla stessa prima pagina: Repubblica fomenta l’odio. Fare pace col cervello no, eh?

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Stamattina un’occhiata alla prima pagina di Libero potrebbe causarvi qualche scompenso. Antefatto: ieri Repubblica ha pubblicato in prima pagina un titolo che si riferiva al Decreto Sicurezza con il testo “Cancellare Salvini“. Qualunque normodotato avrebbe capito il senso dell’affermazione. Ovviamente la Lega, i cui social media manager sono soliti mettere alla gogna la gente su Facebook (comprese le ragazzine), non ne ha capito il senso ed è partita all’attacco del quotidiano di Carlo Verdelli.

La schizofrenia di Libero che denuncia Repubblica all’OdG per il titolo su Salvini

“Eppure Salvini sa leggere”, si è ridotto a scrivere stamattina il direttore di Repubblica per spiegare il titolo:

e. Sotto un occhiello arancione bello grosso, “Immigrazione”, la scritta “Cancellare Salvini” era la sintesi di un’intervista al capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio sul tema delle politiche migratorie, a partire dai decreti sicurezza pretesi proprio dalla Lega. Delrio sosteneva che tutto l’impianto che ha trasformato l’Italia in una terra di respingimenti andava cambiato, e al più presto. Da qui la sintesi: eliminare tutta la scia di disumanità lasciata in eredità da Salvini, cancellare la spirale di paure contro lo straniero da lui fomentata con brutale insistenza. Questo e non altro era il senso, e Salvini l’aveva capito benissimo.

cancellare salvini

Ma in campagna elettorale vale tutto, per Salvini almeno, e così, da un palco di Casalecchio di Reno, ha trasformato l’attacco di un esponente della maggioranza di governo alla sua linea sovranista, nazionalista e anche razzista, in una minaccia alla sua persona, in una «istigazione alla violenza senza precedenti», agitando la prima pagina di Repubblica come fosse un manifesto di caccia all’uomo. Non era, con tutta evidenza, un wanted in stile Western. Ma a lui serviva farlo credere. E per tutto il giorno, fino a notte, e probabilmente ancora oggi e domani, è questo giornale che è diventato il mostro da cacciare. Buona continuazione, senatore. Nella speranza che vengano tempi più seri. Con la certezza che Repubblica, come ama ripetere lei nelle sue citazioni nostalgiche, non arretrerà di un millimetro.

Cancellare Salvini e normalizzare Libero

Ora, siccome la situazione in Italia da sempre è disperata, ma non seria, non stupisce che Vittorio Feltri, che a Libero conta ancora qualcosina, apra in prima pagina con l’esposto che ha invitato all’Ordine dei Giornalisti nei confronti di Carlo Verdelli di Repubblica:

Cari colleghi dell’Ordine,
stamane il quotidiano Repubblica reca in prima pagina il seguente titolone di apertura: “Cancellare Salvini”. Non credo che l’intenzione del titolista fosse quella di cancellare con la gomma il capo della Lega. È una frase minacciosa che incita al linciaggio. Cosa sarebbe successo se Libero avesse scritto a caratteri cubitali: “Cancellare Segre”? Segnalo a voi, che non leggete i giornali ma processate i giornalisti politicamente scorretti, questa perla democratica e antifascista. Sono curioso di vedere se sanzionerete Carlo Verdelli che pure è un direttore stimabile.

vittorio feltri repubblica libero

Ovviamente Feltri ci tiene a spiegare che trattasi di raffinatiZZima provocazione, come quella volta della Patata Bollente di Virginia Raggi: “La mia denuncia non intende colpire il direttore Verdelli, che sul suo giornale ha il diritto di adoperare il linguaggio che ritiene più opportuno. A me importa soltanto stabilire la fondatezza di un concetto: la deontologia o la si rispetta tutti, anche se discutibile, oppure che venga archiviata fra le cose inutili, o meglio dannose, perché essa si presta a dividere i professionisti della informazione in buoni e cattivi, quando invece siamo quasi tutti cattivi, noi che scriviamo cazzate quotidiane senza nemmeno avere tempo di riflettere”.  Ma la cosa divertente è che nella stessa prima pagina il direttore di Libero dice l’esatto contrario:

libero repubblica odio

Ora, delle due l’una: o ha ragione Feltri, e allora il titolo di Repubblica non ha nulla di male. O ha ragione Senaldi, e allora il titolo di Repubblica incita all’odio. O forse Libero nemmeno si rende conto di quello che scrive.

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