Liberi e Uguali e le foglioline di Pietro Grasso

di dipocheparole

Pubblicato il 2017-12-11

Il simbolo di Liberi e Uguali presentato ieri da Pietro Grasso durante Che tempo che fa ha fatto scoppiare la polemica delle foglioline. Il tutto a causa di una frase che è possibile ascoltare nel video qui sotto: “Il colore amaranto è un colore che per gli antichi romani dà protezione. E poi c’è un Liberi/Libere perché …

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Il simbolo di Liberi e Uguali presentato ieri da Pietro Grasso durante Che tempo che fa ha fatto scoppiare la polemica delle foglioline. Il tutto a causa di una frase che è possibile ascoltare nel video qui sotto: “Il colore amaranto è un colore che per gli antichi romani dà protezione. E poi c’è un Liberi/Libere perché noi abbiamo come elemento fondante la parità di genere… Ci sono delle foglioline accanto alla i che danno l’idea dell’ambiente per le foglie e questa E che dà la possibilità di individuare le donne come elemento fondante della nostra formazione politica. Del resto le madri, sorelle, compagne, lavoratrici sono quelle che ci danno la possibilità di cambiare questo paese”.

Non si sa come, ma un nutrito gruppo di donne dalla frase di Grasso ha capito che le donne sono chiamate “foglioline”. Tra questi si è distinta anche l’onorevole Alessia Morani del Partito Democratico, che ieri con Michele Anzaldi ha protestato con la RAI perché la presentazione del simbolo di Liberi e Uguali violerebbe “le regole” del servizio pubblico (quali?).
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In realtà però il presidente del Senato ha sottolineato che quelle foglioline che vanno a formare la parola Libere sono la testimonianza che “l’elemento fondante” del gruppo politico “è la parità di genere”. Non ha in nessun modo fatto intendere che le donne sono “foglioline”, ma ha bensì detto che nel simbolo – che è molto simile a una campagna di tesseramento di Emergency che risale al 2012 – le “foglioline” servono a indicare la lettera E della parola “Libere”.
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A ideare il simbolo è stato Alberto Civati, grafico e fratello minore del fondatore di Possibile, è l’autore del simbolo di Liberi e Uguali, presentato ieri da Piero Grasso in tv. Com’è nato il logo della lista di sinistra? Alberto Civati lo ha raccontato oggi a ‘Un Giorno da Pecora’, il programma di Rai Radio1 condotto da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari. E’ vero che lei ha consegnato il simbolo solo ieri pomeriggio? “Si, ci ho lavorato nell’ultima settimana, i tempi sono stati brevi”. Qual è il significato del simbolo? “C’era la necessità – ha spiegato a Rai Radio1 Civati – di dare una lettura anche femminile a quel ‘Liberi’ e così ho pensato di giocare con la ‘E’ facendolo diventare un elemento grafico che potesse dare una lettura al femminile, così che ‘Liberi’ potesse esser letto anche come ‘Libere'”. E le già celebri ‘foglie’ presenti nel logo rappresentano una volontà ecologista del partito? “Non sono foglie, è un tratto grafico”. Quale font avete usato? “Un diffusissimo ‘Gotham'”. Il rosso nel simbolo è un rosso amaranto, come detto da Grasso a ‘Che tempo che fa’? “Io l’avevo pensato e l’ho consegnato rosso. E’ un rosso pieno, con 100 di magenta”. Può dirci quanto sia stato pagato per questo logo? “Niente – ha detto a Un Giorno da Pecora – io l’ho fatto per un esercizio di passione per la causa. Non pensavo riscuotesse tutto questo successo”. Da grafico, come ridisegnerebbe il logo del Pd? “Il logo del Pd è una delle poche cose che mi piacciono di quel partito…”.

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