Il fisco prepara 1,78 milioni di lettere di compliance ai contribuenti italiani

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-25

L’obiettivo del fisco è quello di sollecitare a mettersi in regola con uno sconto sulle sanzioni attraverso il ravvedimento operoso. Le lettere di compliance non sono atti impositivi

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1,78 milioni di lettere in arrivo dal fisco italiano alle famiglie, ai professionisti e alle imprese. Con le lettere di compliance l’obiettivo è recuperare gettito per 1,5 miliardi di euro. Puntando ad evidenziare le anomalie tra ciò che i contribuenti hanno dichiarato e quanto risulta alle banche dati dell’Agenzia delle Entrate.

Il fisco prepara 1,78 milioni di lettere di compliance ai contribuenti italiani

L’obiettivo del fisco è quello di sollecitare a mettersi in regola con uno sconto sulle sanzioni attraverso il ravvedimento operoso. Il Sole 24 Ore anticipa gli argomenti del primo giro di lettere del 2019:

Il provvedimento del direttore delle Entrate del 15 febbraio scorso indica le tipologie di proventi su cui si concentrerà la prima tornata di comunicazioni. Redditi di fabbricati, compresi quelli soggetti alla cedolare secca. Redditi da partecipazione in società di persone e Srl a base ristretta. Assegni periodici, come quelli al coniuge. Redditi da lavoro dipendente. Pensiamo ad esempio al caso di un lavoratore che ha ricevuto due Certificazioni uniche (Cu) e non ha presentato la dichiarazione dei redditi.

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Le lettere di compliance dell’Agenzia delle Entrate (Il Sole 24 Ore, 25 febbraio 2019)

L’esperienza degli ultimi anni, però, insegna che un gran numero di lettere per la compliance riguarerà l’Iva. Tributo che ha raccolto poco più del 50% delle segnalazioni inviate nel 2017, per esempio. E rispetto al quale le Entrate contano di far tesoro dei dati raccolti con la fattura elettronica, a partire dai 228 milioni di file Xml trasmessi al Sistema di interscambio da 2,3 milioni di titolari di partita Iva in occasione della liquidazione del 18 febbraio.

Le lettere di compliance non sono atti impositivi e il contribuente può inviare al fisco «eventuali elementi e documenti di cui l’Agenzia non era a conoscenza». In questi termini, le lettere non hanno nulla a che fare con la pace fiscale, che nelle sue varie articolazioni riguarda processi verbali di contestazione (Pvc), avvisi di accertamento, liti pendenti, cartelle esattoriali.

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